Un' inchiesta di una tv britannica alza il velo sulla pratica del colosso dell'e-commerce di distruggere milioni di prodotti resi o invenduti
Amazon distrugge milioni di articoli invenduti ogni anno. Lo ha scoperto una nuova inchiesta condotta da ITVnews nel Regno Unito. In particolare, i filmati raccolti in uno dei magazzini del colosso dell’e-commerce nel Regno Unito, hanno rivelato che finiscono al macero prodotti spesso nuovi o inutilizzati.
A rivelarlo è stato Richard Pallot secondo cui Amazon sta raggiungendo livelli di sprechi davvero sorprendenti. E questo accade in uno dei 24 centri logistici che attualmente operano nel Regno Unito, quello di Dunfermline.
Qui milioni di oggetti di vario tipo vengono condotti al macero, colpevoli solo di non essere mai stati venduti oppure di essere stati restituiti dai clienti. Quasi tutti avrebbero potuto essere ridistribuiti alle organizzazioni di beneficenza. Invece, vengono gettati in vasti bidoni, portati via da camion, rintracciati dalla stessa ITV e scaricati in centri di riciclaggio o, peggio ancora, in una discarica.
Le telecamere ITV News hanno filmato pallet accatastati con merci indesiderate e scaricate in un sito di riciclaggio dei rifiuti vicino al magazzino Dunfermline. Un ex dipendente, che ha chiesto di restare anonimo ha rivelato:
Da venerdì a venerdì il nostro obiettivo era generalmente distruggere 130.000 articoli a settimana. Non c’è ragione per cui dovevano essere distrutto: c’erano prodotti Dyson, Hoovers, occasionalmente MacBook e iPad; l’altro giorno, 20.000 mascherine ancora nei loro involucri.
In una settimana di aprile, un documento trapelato dall’interno del magazzino Dunfermline mostrava più di 124.000 articoli contrassegnati come “da distruggere”. In soli 7 giorni. Al contrario, solo 28.000 articoli nello stesso periodo sono stati etichettati come “da donare”.
Perché centinaia di migliaia di prodotti vengono distrutti?
La risposta è il modello di business di successo di Amazon. Molti fornitori scelgono di stoccare i loro prodotti nei vasti magazzini di Amazon. Ma più a lungo la merce rimane invenduta, più costa. Alla fine è più economico smaltire le merci, in particolare le scorte dall’estero, invece di continuare a immagazzinarle. Sam Chetan Welsh di Greenpeace ha detto:
È una quantità inimmaginabile di rifiuti inutili, e scioccante vedere una società multimiliardaria sbarazzarsi delle scorte in questo modo. Roba che non è nemmeno stata usata passa direttamente dalla linea di produzione al cestino. Finché il modello di business di Amazon si basa su questo tipo di cultura dello smaltimento, le cose non faranno che peggiorare. Il governo deve intervenire e introdurre immediatamente una legislazione.
Quello che Amazon sta facendo non è illegale. In risposta ai risultati dell’indagine, l’azienda ha dichiarato:
Stiamo lavorando per l’obiettivo di smaltimento zero dei prodotti e la nostra priorità è rivendere, donare a organizzazioni di beneficenza o riciclare qualsiasi prodotto invenduto. Nessun invio di articoli in discarica nel Regno Unito. Come ultima risorsa, invieremo articoli al recupero di energia, ma stiamo lavorando sodo per azzerare questi numeri.
Le conseguenze sono piuttosto ovvie e sono soprattutto ambientali. Questi prodotti, la cui produzione è stata correlata anche all’emissione di sostanze inquinanti, alla ricerca di materiali rari, diventano direttamente rifiuti.
L’opposto rispetto ai principi dell’economia circolare…
Fonti di riferimento: ITV
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