RePowerEU, obbligo di pannelli solari sugli edifici e idrogeno, tutte le novità (e i limiti) del piano europeo

La Commissione europea ha appena presentato il suo piano per dire finalmente addio ai combustibili fossili importati dalla Russia. Ma cosa prevede il pacchetto di misure RePowerUE e cosa cambierà per i cittadini dell'Ue?

Investire nelle rinnovabili e aumentare l’efficienza energetica per combattere la crisi climatica, ma soprattutto per dire basta alla dipendenza dai combustibili fossili della Russia: è questo l’obiettivo del nuovo piano RePowerEU – che vale ben 300 miliardi di euro – messo a punto dalla Commissione europea. Il traguardo da raggiungere è svincolarsi del tutto da Mosca entro il 2027, iniziando a tagliare di 2/3 le importazioni di gas già da quest’anno. Ma quali sono le misure incluse nel pacchetto che è stato presentato ieri dalla Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen? Scopriamo nel dettaglio le novità in ballo.

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Puntare al risparmio energetico

Una delle parole d’ordine del piano è risparmio energetico.

Risparmiare è il modo più veloce ed economico per affrontare la crisi energetica – si legge nella presentazione della Commissione Ue – Si potrebbe arrivare a un taglio del 5% del fabbisogno di gas e petrolio con piccoli cambiamenti comportamentali a breve termine.

A tal proposito l’Unione europea ha pubblicato un documento con una serie di suggerimenti per i cittadini europei, che riguardano le temperature dei condizionatori e dei riscaldamenti, ma anche i limiti di velocità in autostrada e la micromobilità. Inoltre, la Commissione europea incoraggia gli Stati membri a introdurre misure fiscali come aliquote IVA ridotte per i sistemi di riscaldamento più efficienti, per i lavori di isolamento degli edifici e per determinati elettrodomestici.

Svincolarsi dalla Russia e diversificare l’approvvigionamento

Come anticipato, uno degli obiettivi principali per l’Europa è diventare indipendente dalla Russia a livello energetico. Per diversificare le fonti di approvvigionamento l’Ue sta collaborando con nuovi partner internazionali. Inoltre, è stata creata la EU Energy Platform, una piattaforma alla quale gli Stati membri potranno aderire su base volontaria, mettendo in comune la domanda di gas e coordinando l’utilizzo delle infrastrutture di importazione, stoccaggio e trasporto.

Nel Mediterraneo e nel Mare del Nord saranno sviluppati importanti corridoi per l’idrogeno – chiarisce la Commissione Ue – Di fronte all’aggressione russa, l’UE sosterrà l’Ucraina, la Moldova, i Balcani occidentali e i Paesi del partenariato orientale, nonché i nostri partner più vulnerabili. Con l’Ucraina continueremo a lavorare insieme per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e un settore energetico funzionante, aprendo la strada al futuro commercio di elettricità e idrogeno rinnovabile, oltre a ricostruire il sistema energetico nell’ambito dell’iniziativa REPowerUkraine.

Quello della diversificazione dell’approvvigionamento, però, dovrebbe rappresentare un’ultima spiaggia se si vuole davvero combattere la crisi climatica e smetterla di essere dipendenti dai combustibili fossili, che hanno un impatto ambientale deleterio.

La soluzione non può più essere quella di investire in gas e petrolio, ponendo la diversificazione dell’approvvigionamento di gas come priorità assoluta. – commenta l’eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde – È adesso che bisogna invertire l’ordine delle priorità, basandoci su tre step fondamentali: risparmio di energia, passaggio alle rinnovabili e solo in ultimo diversificazione degli approvvigionamenti, evitando di investire in infrastrutture che ci condanneranno anche in futuro ad essere dipendenti dalle fossili e facendo in modo che nessun investimento vada mai a discapito di quelli nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica.

Investire nelle rinnovabili: pannelli solari obbligatori e idrogeno verde

Punto cardine del piano RePowerEU sono le rinnovabili, che possono dare impulso alla transizione verde in Europa, ma anche portare ad un risparmio per i cittadini. La proposta della Commissione Ue è quella di raddoppiare la capacità solare fotovoltaica entro il 2025 per raggiungere i 600 GW nel 2030. Per riuscirci l’Ue intende rendere obbligatori – in maniera graduale – l’installazione di pannelli solari sui tetti di diverse strutture: secondo quanto previsto dall’iniziativa EU Solar Rooftops, entro il 2026 dovrebbe toccare agli edifici commerciali e pubblici che hanno un’area maggiore di 250 metri quadrati, mentre dal 2027 l’obbligo dovrebbe scattare per quelli già esistenti e dal 2026 per i nuovi edifici residenziali.

Il piano della Commissione europea punta anche al raddoppiamento del tasso di diffusione delle pompe di calore e a ridurre i tempi di autorizzazione per installare gli impianti fotovoltaici. In Italia, però, i limiti da superare sono ancora tanti, a partire da quelli burocratici.

“Gli Stati membri dovrebbero istituire aree di riferimento dedicate per le energie rinnovabili con procedure di autorizzazione abbreviate e semplificate in aree con rischi ambientali inferiori” si legge nel documento della Commissione europea.

Un’altra importante novità è quella relativa alla produzione di idrogeno rinnovabile. L’Ue si è fissata l’obiettivo di produrne 10 milioni di tonnellate entro il 2030, importandone la stessa quantità dall’estero. Questa mossa aiuterebbe a sostituire gas, carbone e petrolio, altamente inquinanti.

“L’idrogeno verde è essenziale per porre fine alla dipendenza dell’Europa da un fornitore di energia inaffidabile e pericoloso come la Russia” ha chiarito la presidente della Commissione Von der Leyen.

Infine, verrà incrementata la produzione di biometano portandola a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030.

Gli obiettivi dell’Ue sono indubbiamente ambiziosi, ma l’Italia si farà trovare preparata? Abbiamo i nostri dubbi…

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Fonte: Commissione UE

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