Il tempo è poco ma le idee sono chiare. L'Italia non può essere ulteriormente trivellata. E abbiamo la possibilità di fermare le trivellazioni in atto o in fase di approvazione. Il 17 aprile siamo chiamati alle urne per il referendum
. Il tempo è poco, ma le idee sono chiare. I mari italiani non possono essere ulteriormente trivellati. Ora abbiamo la possibilità di fermare le trivellazioni per la ricerca di idrocarburi a largo delle nostre coste. Per questo il 17 aprile siamo chiamati alle urne per il abrogativo.
Nella cabina elettorale dovremo esprimerci per evitare che i permessi già accordati entro le 12 miglia marine dalla costa possano essere prorogati oltre la loro naturale scadenza, per tutta la “durata della vita utile del giacimento”.
I tentativi di scoraggiare la visita alle urne, con la doppia tornata elettorale (referendum+amministrative), purtroppo, sono andati a buon fine con la bocciatura della Consulta al ricorso delle Regioni promotrice, ultima chance per un accorpamento che ora non ci sarà.
“Si voterà in un giorno solo, avremo poco più di un mese e mezzo per far sapere agli italiani di cosa si tratta; e soprattutto, per tenere a casa gli elettori, Renzi ha inteso sprecare circa 370 milioni di euro di soldi pubblici, che si sarebbero invece risparmiati accorpando referendum e primo turno delle prossime amministrative. Un motivo in più per i cittadini per partecipare: non possono essere questi giochetti a indebolire la democrazia”, ci ha spiegato Andrea Boraschi,responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, che fa parte del comitato “Vota SI, per fermare le trivelle”. Si tratta di un vasto schieramento di associazioni e organizzazioni della società civile nato per favorire la vittoria del sì e affiancare il comitato “istituzionale”, e a cui abbiamo aderito anche noi di greenMe.it e GreenBiz.it.
Intanto, sul web la campagna contro le trivelle sta andando avanti, per nulla spaventata dalla volontà, celata o manifesta, di evitare una grande affluenza il 17 aprile prossimo.
Ecco il quesito:
“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?”
Noi di greenMe.it voteremo Sì, perché non vogliamo più le trivelle nei nostri mari. Per questo la redazione ci ha messo la faccia. E voi? Inviateci le vostre foto e scrivete, come noi: “Io sto con il mare, il 17 aprile voto SI, #notriv”. Facciamoci sentire.
Anna: “Dobbiamo riprenderci la parola, dobbiamo difendere il nostro mare. Per questo dobbiamo andare tutti a votare al referendum del 17 aprile e dire SI. Ci sono motivi particolari che spingono la “gente di mare” a lottare sempre contro chi cerca di deturparlo. Ma ci sono anche motivi chiarissimi che dovrebbero spingere tutti gli italiani a votare SI: è ora di dire basta ad una politica energetica ancorata al passato e schiava delle fossili, l’Italia ha bisogno di puntare sulle risorse rinnovabili di cui è ricca. Il mare è di tutti, il mare è una risorsa preziosa anche economicamente, il mare è vita. Non è accettabile metterlo a rischio in nome di un profitto che peraltro non sarebbe significativo: la quantità di petrolio nei nostri mari non giustifica i rischi. E quel profitto non arricchirebbe gli italiani ma ancora una volta le lobby delle fossili”.
Dominella: Voto SI al referendum perché voglio continuare ad affacciarmi al balcone e vedere il mio mare calabrese con i delfini che attraversano lo Stretto di Messina e i gabbiani che riposano sulla spiaggia. Voto SI, perché il petrolio non cambia la mia vita ma il rumore delle onde SI. Dico no alle trivelle, perché preferisco migliaia di pesci a un pugno di barili. Il 17 aprile Io sto con il mare, voto SI #notriv
Francesca B.: Il nostro mare è già abbastanza provato dall’avidità dell’uomo, perché metterlo ulteriormente a rischio con trivellazioni inutili e dannose che arricchiscono solo i soliti affaristi senza scrupoli? Basta col petrolio, non è possibile pensare ad un futuro fatto di fonti fossili, abbiamo bisogno di energia pulita e rinnovabile. Chi a cuore il mare, il pianeta e la vita dei suoi abitanti, il 17 aprile non può che votare Sì.
Francesca M.: Al referendum del 17 aprile dirò Sì, perché non vorrei mai vedere il mare della mia Sicilia deturpato dalle trivelle. Non è un luogo su cui speculare, alla ricerca di qualche goccia di petrolio. Vivo al mare da quando sono nata e sono sempre stata abituata a vederlo come un rifugio, una casa, come parte dell’orizzonte culturale e naturale che da sempre mi accompagna, mai come un pozzo nero in cui scavare per il guadagno di pochi, a danno di molti. Il mare è vita, per noi e per i suoi abitanti, e voglio che anche la mia bambina possa viverlo come ho fatto io.
Germana: Il mio no alle trivelle? Sono in realtà due e ciascuno ha un nome: Matteo e Jacopo. È per loro che io dirò SI il 17 aprile. È per loro e per gli altri bimbi del nostro Paese che tutt* noi dovremmo ragionare. Vogliamo un futuro al petrolio, destinato inesorabilmente a finire, o vogliamo prendere in considerazione una volta per tutte che è su altre fonti che dobbiamo puntare per garantire lunga vita – serena, pulita e trasparente – alle generazioni future?
Lisa: Il mio Sì al Referendum non nasce solo dal desiderio di proteggere quel preziosissimo patrimonio comune che è il mare. Il voto del 17 aprile offre ai cittadini la possibilità di far sentire la propria voce sul futuro energetico dell’Italia: dire Sì significa esprimersi contro lo sfruttamento ad oltranza delle fonti fossili e chiedere alla politica di scommettere – finalmente – su fonti energetiche pulite e rinnovabili, per il bene di tutti.
Marta: Vivo in Lombardia. Se guardo dalla finestra non ho la fortuna di vedere il mare ma nelle giornate serene ecco comparire le cime delle montagne. Il mare è distante, ma non posso pensare che il problema delle trivellazioni non mi riguardi. La natura va salvaguardata ovunque. È il nostro spazio sacro senza cui non potremmo sopravvivere. Le piattaforme offshore già presenti in Adriatico stanno causando una contaminazione molto grave. Idrocarburi e metalli pesanti inquinano i nostri mari. Dobbiamo evitare che la situazione peggiori.
Roberta D.: Perché voglio continuare ad andare al mare e vedere il cielo, perché voglio che il pianeta viva con le sue uniche e incredibili risorse, il sole, la bellezza, perché un giorno vorrò dire ai miei figli che esiste un mondo che non si piega al volere di pochi e di un miope presente, ma lotta per le speranze di tutti e del futuro, guardando lontano, verso l’orizzonte. Per questo io il 17 Aprile voto SI’.
Roberta R.: “Quant’è bella u mare mi: ‘a rene che päre d’ore, u märe turchine e u cile azzurre, paradise de bellezze. Hi’ so’ näte a Termole“. Quanto è bello il mare mio: la spiaggia che sembra oro, il mare turchino e il cielo azzurro, paradiso di bellezza. Io sono nata a Termoli. E il 17 Aprile voto sì per fermare le trivelle. Perché il vero petrolio è il mare, ricchezza infinita.
Aspettiamo le vostre foto e i motivi per cui voterete sì.
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Francesca Mancuso
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