Mentre alla Camera si dà il via alla discussione sul decreto Omnibus che potrebbe impedire il regolare svolgimento del terzo quesito referendario, quello sul nucleare, Greenpeace all’esterno lancia il messaggio: “Furto di Referendum. Sul nucleare si deve votare”.
Che ci fanno una decina di attivisti di davanti al Parlamento italiano? Denunciano con striscioni e messaggi un “Furto di Referendum”, quello del 12 e 13 giugno 2011 sul nucleare. Per poco però, perché la protesta è stata immediatamente interrotta dalle Forze dell’Ordine che hanno sequestrato gli striscioni, allontanato gli attivisti e trattenuto quattro di loro in Commissariato.
Mentre alla Camera si dava il via alla discussione sul decreto Omnibus che potrebbe impedire il regolare svolgimento del terzo quesito referendario, quello sul nucleare, all’esterno si legge: “Furto di Referendum. Sul nucleare si deve votare”.
Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace, sulla scia del recente successo referendario in Sardegna dichiara: «Il Governo sta derubando gli Italiani del diritto di decidere del proprio futuro. È inammissibile che a meno di un mese dalla data prevista per il voto si voglia impedire l’espressione della volontà popolare che è chiara: in Sardegna, quasi il 98% dei votanti si è espresso contro il nucleare. Chiediamo a tutti i deputati di prendere posizione oggi contro questo furto di democrazia».
Piazza Monte Citorio è stata teatro di un secondo messaggio degli ambientalisti con lo slogan “I pazzi siete voi. Il nucleare non è il futuro”. Il claim è un chiaro riferimento all’iniziativa sostenuta da Greenpeace che vede sette ragazzi chiusi in un rifugio anti-atomico in segno di protesta contro il possibile ritorno dell’atomo.
Sono stati proprio loro, che potete seguire in diretta streaming sul sito www.ipazzisietevoi.org a preparare i due striscioni. Oltre al furto di democrazia, i ragazzi asserragliati nel rifugio denunciano il virtuale blackout mediatico sul tema referendario, nonostante la presa di posizione del Presidente della Repubblica che invitava la RAI a rispettare le norme in materia di informazione al pubblico.
La scorsa settimana, Greenpeace aveva mandato una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro per lo Sviluppo Economico, al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Ministro dell’Ambiente chiedendo un incontro per esortare l’Esecutivo a farsi garante dei diritti democratici di partecipazione e di voto dei cittadini, ritirando il decreto Omnibus e assicurando l’informazione ai cittadini e il regolare svolgimento del referendum.
«Ai Deputati della Repubblica Italiana chiediamo di non allinearsi alla prepotenza di un Governo irresponsabile e di contribuire con un atto coraggioso a diradare la cortina fumogena che impedisce lo svolgersi di una campagna referendaria democratica e corretta. Sul nucleare gli italiani vogliono vederci chiaro. Vogliono votare contro la follia del nucleare» – ha concluso Barbera.
Serena Bianchi
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