Referendum acqua e nucleare: due anni dopo, un appello ai parlamentari

Sono trascorsi due anni dal referendum sul nucleare e sull’acqua. A due anni di distanza dall’importante vittoria a favore dell’acqua pubblica e contro il nucleare nulla sarebbe cambiato, anzi, la volontà dei cittadini sarebbe stata disattesa. Occorre un nuovo modello energetico, a parere delle associazioni che si battono in difesa dell’ambiente, e che chiedono ai politici di ripresentare e avviare la discussione sulla legge di iniziativa popolare sullo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.

Sono trascorsi esattamente due anni dal referendum sul nucleare e sull’acqua. Dall’importante vittoria a favore dell’acqua pubblica e contro il nucleare, però, nel frattempo nulla è cambiato, didattendendo la volontà dei cittadini.

Ed è in questo importante anniversaio che le associazioni che si battono in difesa dell’ambiente chiedono ai politici di ripresentare e avviare la discussione sulla legge di iniziativa popolare sullo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. Occorre, infatti, un nuovo modello energetico che mandi finalmente nel dimenticatoio i discorsi sul nucleare.

La richiesta è rivolta ai parlamentari da parte di Legambiente, Greenpeace, WWF, Associazione Sì rinnovabili No nucleare e Comitato Vota Sì per fermare il nucleare. Nonostante la maggioranza degli italiani si sia espressa chiaramente nel 2011 a favore dell’acqua pubblica e contro il nucleare, la volontà dei cittadini non è stata recepita da leggi o atti precisi. Per questo le associazioni si daranno appuntamento domani, 12 giugno, a Roma alle ore 18 in piazza San Cosimato, mentre alle ore 11 in Piazza Montecitorio nascerà un intergruppo parlamentare per l’Acqua Bene Comune.

L’iniziativa delle ore 18 in piazza San Cosimato vedrà la presenza di Stefano Rodotà e Ascanio Celestini. Si tratterà di un incontro pubblico che porterà il titolo di “Fuori i privati dall’acqua, verso la ripubblicizzazione”. L’evento è promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, che si occupa inoltre di altre iniziative ed eventi sul tema in tutta Italia, il cui elenco completo è consultabile online.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha deciso di impegnarsi per sollecitare i parlamentari affinché agiscano in una iniziativa politica per costruire un intergruppo dei parlamentari per l’acqua bene comune che si ponga l’obiettivo di intraprendere un percorso legislativo per giungere ad una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato, garantendo a tutti il diritto all’acqua.

Le associazione riunite per la promozione delle iniziative a due anni dal referendum per l’acqua e per il nucleare vogliono sottolineare come i pericoli relativi al nucleare in Italia non siano finiti. Non esiste infatti un efficiente sistema di messa in sicurezza delle scorie radioattive e procede al rilento lo smaltimento da parte della Sogin dei vecchi siti nucleari. A ciò si uniscono gli ostacoli alla diffusione delle rinnovabili da parte della politica, che ha rilanciato le fonti fossili, attraverso centrali a carbone ed estrazione di idrocarburi in zone di terra e di mare, tramite le trivellazioni.

Le associazioni, dunque, chiedono una moratoria sulle centrali a carbone e sulle trivellazioni e rilanciano la legge di iniziativa popolare sullo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, per la quale furono raccolte nel 2010 oltre 110 mila firme, ma il cui iter parlamentare si bloccò in commissione nella scorsa legislatura. Ora le associazioni chiedono ai parlamentari di ripresentare la legge nella nuova legislatura.

“Per dimostrare di essere davvero in grado di dare un segnale di discontinuità rispetto all’atteggiamento avuto finora nei confronti dell’esito referendariocomunica il WWF, che propone di aderire ad un appello online a favore delle rinnovabili – il Governo e le Autorità competenti diano subito una piena e capillare applicazione al voto referendario, colmando un gap che dura ormai da due anni, e si dimostri capace di dare anche risposte e alternative concrete attraverso la proposta di un nuovo modello energetico e di un ritorno alla gestione pubblica del bene comune acqua”.

Basta con i sussidi pubblici alle fonti fossili – concludono le associazioni – le risorse devono convergere verso il risparmio di materia e di energia, l’efficienza energetica nelle produzioni, la riqualificazione del patrimonio edilizio, i trasporti pubblici, l’uso diffuso delle fonti rinnovabili, gli investimenti in ricerca, la diffusione delle conoscenze”.

Tale nuova direzione rappresenta una strada per uscire dalla crisi. Perché non percorrerla?

Firma l’appello online del WWF a favore delle rinnovabili: Riprenditi l’energia!

Marta Albè

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