Secondo il Comitato Vota Si per fermare il nucleare, il rinvio del governo potrebbe indevolire la campagna referendaria contro il nucleare
Il decreto Omnibus, la cui , non sarà votato prima della prossima settimana. Regna dunque sovrana l’incertezza sul referendum del 12/13 giugno. Quando ormai mancano 20 giorni alle votazioni, non sappiamo ancora se troveremo anche il dibattuto tema del ritorno all’atomo in Italia.
In attesa, dei referendum di giugno 2011, il famigerato emendamento sul nucleare contenuto nel decreto, dovrà passare all’esame della Camera. Il Governo, infatti, starebbe valutando la possibilità di modificarne il testo cancellando le norme per fare le centrali. Il passo successivo è la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, in tempi davvero brevi, e poi un nuovo esame, quello dei giudici della Corte di Cassazione, che dovranno approvare o meno se le nuove ed eventuali modifiche introdotte dal Governo potrebbero far saltare il referendum.
Secondo alcune fonti interne, la Camera dovrebbe far passare il testo, lasciando la patata bollente alla Cassazione, che dovrà allora emettere la sentenza. E anche qui possiamo ben sperare visto che, a detta di alcuni esperti giuristi, vi sarebbero “i presupposti per i quali la Corte disponga che il referendum si faccia ugualmente”. Infatti, grazie ad una sentenza del 1978 la Corte Costituzionale avrebbe specificato che “modificando le norme sottoposte a referendum, al Parlamento non è permesso di frustrare gli intendimenti dei promotori e dei sottoscrittori delle richieste di referendum“.
Alle urne, dunque, forse riusciremo a trovare anche il nucleare. Ma da parte del ‘Comitato Vota Sì per fermare il nucleare’ c’è preoccupazione. Secondo il responsabile della comunicazione, Daniele Di Stefano, il rinvio da parte della Camera e il protrarsi dei tempi potrebbero indebolire la campagna referendaria: “Anche se poi il referendum si farà, il Governo, con questa incertezza, sta ottenendo quello che voleva, cioè intralciare la campagna referendaria contro il nucleare. Si pensi che molti media hanno già detto frettolosamente che il referendum non ci sarà”.
Intanto ieri Greenpeace ha manifestato davanti a Palazzo Montecitorio, e molti altri nomi noti dello spettacolo e della musica sono scesi in campo a favore del voto. Resta da attendere che, in tempi brevi, la questione possa passare alla Cassazione.
Francesca Mancuso
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