In dodici mesi è stata recuperata una quantità di reti da pesca abbandonate in mare pari a 200 mila bottiglie di plastica
Migliaia di metri quadrati di reti da pesca vengono trasportate dalle correnti e giacciono sui fondali del Mediterraneo, abbandonate per sbaglio o intenzionalmente in secoli di storia marinara.
Le ”reti fantasma” costituiscono un problema di dimensioni enormi, che cresce mano a mano che le flotte di pescherecci aumentano e peggiora con l’adozione di tecniche di pesca sempre più aggressive.
Queste reti abbandonate, infatti, continuano a pescare in modo passivo e senza controllo, intrappolando pesci, tartarughe, cetacei, uccelli marini che predano gli animali acquatici.
La presenza di reti e di altri attrezzi da pesca in acqua e sui fondali contribuisce inoltre a minacciare la biodiversità e ad alterare l’habitat marino, danneggiandolo fisicamente e funzionalmente, anche attraverso il rilascio di pericolose microplastiche.
Non vanno poi sottovalutati i rischi per chi pratica attività in acqua e per la navigazione; le reti fantasma non sono segnalate e possono impigliarsi alle eliche, causare danni alle imbarcazioni o ferire bagnanti e sub.
Per tutti questi motivi, un anno fa è stato avviato ‘Reti fantasma’, iniziativa nata per liberare i nostri mari da reti da pesca abbandonate sui fondali marini, che rientra nel progetto “PlasticFree” per contrastare la dispersione di plastiche e microplastiche nelle acque dei nostri mari.
Pochi giorni fa sono arrivati i risultati dell’attività che ha coinvolto Nuclei subacquei della Guardia Costiera nelle operazioni di pulizia dei fondali degli ultimi dodici mesi: in un anno, sono state rimosse 6 tonnellate di reti fantasma disperse in mare, una quantità pari a circa 200 mila bottiglie di plastica.
“L’attività condotta dai Nuclei subacquei della Guardia Costieraha portato alla rimozione dai fondali marini di 6 tonnellate di plastiche disperse in mare pari, a titolo esemplificativo, a circa 200mila bottiglie di plastica in abbandono sui fondali marini.
Un risultato importante se pensiamo che le reti fantasma sono responsabili dell’alterazione dell’ecosistema marino per la dispersione nell’ambiente delle micro-particelle sintetiche delle quali sono composte”, ha spiegato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
https://www.facebook.com/SergioCostaMinistroAmbiente/posts/942539216256458
L’attività di rimozione delle reti fantasma è iniziata a luglio dello scorso anno e ha previsto una fase preliminare per raccogliere informazioni sulla collocazione delle reti e mappare i fondali. Dopodiché si è iniziato a recuperare le reti e l’operazione di pulizia durerà ancora per diversi mesi, così come proseguirà la campagna di sensibilizzazione sul tema, portata avanti dal Ministero dell’Ambiente e dal Comando Generale della Guardia Costiera.
Fonti di riferimento: Ministero dell’Ambiente/Life Ghost
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