Gli incendi estremi di quest'anno, causati dal mix delle ondate anomale di calore e i periodi di siccità prolungata, hanno fatto schizzare i livelli di CO2 in gran parte d'Europa e del continente americano. I dati raccolti dagli esperti sono preoccupanti
Il 2022 è stato un anno terribile per il numero di vasti incendi divampati in diverse aree del mondo, in particolare in Paesi europei come la Francia e la Spagna e in America settentrionale e meridionale. Le conseguenze non sono state devastanti soltanto per la popolazione, che in diversi casi è stata costretta ad abbandonare le proprie abitazioni e per i boschi che sono andati distrutti. L’impatto è stato molto pesante anche sull’atmosfera.
I numerosi roghi scoppiati nel corso dell’anno che sta per concludersi hanno fatto schizzare i livelli di emissione di carbonio. A confermarlo è il monitoraggio effettuato dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service – CAMS, che stima che nel 2022 (fino al 10 dicembre) siano state prodotte a livello globale circa 1455 megatonnellate di emissioni di carbonio proprio a causa degli incendi.
A livello globale si è assistito ad un calo, ma in Europa e in gran parte dell’America la situazione ha messo in allarme gli scienziati.
“CAMS continua a identificare e monitorare un aumento significativo delle emissioni causate da incendi in diverse altre aree del mondo, dove condizioni più calde e secche portano a una maggiore infiammabilità della vegetazione” commenta Mark Parrington, Scienziato Senior del Copernicus Atmosphere Monitoring Service.
Le emissioni di CO2 in Europa
Per quanto riguarda l’Unione Europea e il Regno Unito, nell’estate del 2022 è stato battuto un triste record. Tra il il 1° giugno e il 31 agosto le emissioni legate agli incendi sono state le più elevate dalla stagione estiva del 2007. In questo periodo dell’anno le ondate di calore estremo e la siccità prolungata hanno rappresentato un mix esplosivo che ha contribuito allo scoppio degli incendi (anche se non sono mancati i roghi provocati dalla mano dell’uomo).
Particolarmente preoccupante la situazione in Francia, Spagna e Portogallo, dove l’incremento delle emissioni di CO2 sono state le più alte dell’ultimo ventennio, mettendo a rischio la salute dei cittadini.
Leggi anche: In Europa è record di emissioni di CO2, colpa di un’estate “di fuoco”
Le emissioni di CO2 in America
Altrettanto drammatico lo scenario nel continente americano. Fra le aree dove si è registrato un aumento significativo delle emissioni dovute agli incendi troviamo America settentrionale e meridionale. Agli inizi del 2022, fra gennaio e marzo, alcune aree del Paraguay e dell’Argentina sono stati interessati da spaventosi incendi, insoliti per questo periodo dell’anno.
Nel periodo estivo (fra luglio e agosto), invece nello Stato brasiliano di Amazonas, in Brasile, sono state rilevate le più alte emissioni totali legate ai roghi degli ultimi 20 anni.
Sempre in estate, in Alaska e nei territori del Nord-Ovest e dello Yukon del Canada si sono verificati incendi di grandi dimensioni e persistenti e la nube di fumo è arrivata persino al Circolo Polare Artico.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: CAMS
Leggi anche:
- Brucia anche il Polo Nord: il boom di incendi nell’Artico visto dai satelliti
- In Europa è record di emissioni di CO2, colpa di un’estate “di fuoco”
- Gli incendi in California inceneriscono 21mila ettari di terreni e spazzano via un intero paese
- L’Europa brucerà ogni anno sempre di più e sempre prima: rischio incendi senza precedenti già dalla primavera