Le nostre spiagge sono piene di rifiuti, alcuni risalenti a decenni fa. Ecco quali sono i più comuni ritrovati da una nostra lettrice
Le nostre bellissime spiagge pullulano di… rifiuti! Passeggiando per i litorali italiani ci si può imbattere in oggetti di ogni tipo: dai rasoi agli astucci delle supposte, passando per flaconi di detersivi risalenti addirittura agli anni ’60 e ’70, ma la lista sarebbe praticamente infinita. A denunciare questa situazione è Lara Lopez Beccari, una lettrice di greenMe che ha vita ad un interessantissimo progetto che prende il nome di “RuscQuizzone“, la prima pagina Facebook neoarcheologico (così la definisce Lara), nata per ricostruire la storia del nostro passato recente attraverso la spazzatura (in dialetto bolognese “rusco”).
Vivo al mare e pulisco le spiagge quasi quotidianamente – ci spiega Lara Lopez Beccari, originaria di Ferrara – Questi sono gli oggetti che io chiamo “giù per il cesso”: applicatori di tamponi, testine coprilame dei rasoi e rasoi stessi, astucci per lenti a contatto e lenti a contatto stesse, astucci di supposte o di ovuli, plastichina che ricopre gli O.B., foglio plastico di assorbenti standard, bastoncini di cotton-fioc, bustine di campioncini, parti temperate di matite per makeup in plastica, lancette pungidito per l’insulina, aghi da siringa infoderati nel copri-ago (se ho fortuna), filo interdentale, fiale monouso di collirio o fisiologica… E tutto quello che la fantasia ci suggerisce di buttare nel cesso invece che smaltirlo correttamente.
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Nella sua pagina RuscQuizzone, seguita da oltre 500 persone, Lara – che segue greeenMe dal 2011 – pubblica le foto dei rifiuti (alcuni dei quali decisamente bizzarri!) ritrovati sulle spiagge e prova a datarli e catalogarli. Un lavoro certosino che stupisce per la varietà di oggetti che finiscono per inquinare i nostri mari.
“Ho diviso gli album per “generi”: alimentari, prodotti per la casa e la persona, medicine, un album solo per gli astucci delle supposte (ne trovo continuamente, anche di farmaci fuori commercio da 40 anni” aggiunge.
Oggetto: polivetro Kop della Mira LanzaPeriodo: anni '60 fino al 1974Di flaconi del Kop ne ho trovati diversi, interi…
Posted by RuscQuizzone on Saturday, October 9, 2021
Qualche mese fa Lara si è imbattuta persino in un bambolotto risalente agli anni ’70!
Oggetto: bambola Zanini e ZambelliPeriodo: dal 1958 a fine anni '90La storia di questa azienda inizia nel 1943,…
Posted by RuscQuizzone on Friday, May 7, 2021
Queste sono le confezioni di lenti a contatto raccolte durante diverse uscite fatte nell’arco di 3 mesi. La lente più vecchia era scaduta a settembre del 2010, mentre la più nuova riporta la scadenza di febbraio 2026.
“Sostanzialmente, quest’ultima non ha fatto in tempo ad uscire dal negozio che era già un rifiuto plastico marino” sottolinea Lara.
Tra i rifiuti in cui si imbatte più di frequente ci sono i rasoi (con i relativi accessori), che oltre a rappresentare una minaccia per l’ambiente possono rivelarsi pericolose per bagnanti e animali.
La missione di Lara (che dovrebbe essere d’ispirazione per tutti noi)
Sono nata e cresciuta vicino al mare e sono tornata a vivere lì lo scorso anno ma sono attenta all’ambiente da sempre: vegana dal 2010, volontaria Sea Shepherd dal 2015 (attualmente in pausa ma di fatto sempre attiva) – ci racconta – Vivo alla foce del Delta del Po ferrarese e da noi arriva tutto quello che viene scaricato dentro il Grande Fiume, anche se la maggior parte dei rifiuti plastici che raccolgo provengono dalla pesca e dagli allevamenti di mitili. Quando ci sono pulizie organizzate, mi aggrego, indipendentemente da chi la organizza. Altrimenti vado da sola o con qualche amica e raccolgo quello che riesco a portare via. Fortunatamente ho l’aiuto di molti gestori di stabilimenti, che mi permettono di lasciare da loro il “raccolto” (lo smaltimento è l’altro grosso problema).
Nella sua missione a difesa delle spiagge Lara non è da sola, ma collabora con Enzo Suma, guida naturalistica e ideatore del progetto “Archeoplastica, il museo degli antichi rifiuti riportati dal mare”, un sito dove vengono invitati gli utenti – tra cui gli studenti delle scuole – a osservare i vari oggetti (in prevalenza di plastica) pescati in mare per riflettere sulle conseguenze deleterie dell’inquinamento e sull’importanza dell’educazione ambientale.
Se si dà un’occhiata alla pagina Facebook “RuscQuizzone” e al sito fondato da Enzo Suma si resta davvero sbigottiti dalla quantità e dalla varietà di oggetti che finiscono per inquinare le spiagge. E i rifiuti risalenti a decenni fa sono la conferma che basta un attimo per gettarli via, ma il loro impatto sugli ecosistemi è deleterio e si protrae per anni e anni, soprattutto quando si tratta di plastica. Per fortuna esistono persone come Lara che non restano indifferenti al problema e si impegnano quotidianamente per fare la differenza per il nostro Pianeta, sempre più sommerso dai rifiuti!
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Fonti: RuscQuizzone/Archeoplastica
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