Con il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale”, un meraviglioso sito naturale la cui candidatura è stata promossa dalla Regione Emilia Romagna con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, da poche ore l’Italia ha ben 59 siti iscritti nella Lista del patrimonio Mondale UNESCO
Sette diverse aree tra le Province di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini: i Gessi triassici dell’Alta Valle Secchia, i Gessi della Bassa Collina Reggiana, i Gessi di Zola Predosa, i Gessi Bolognesi, la Vena del Gesso Romagnola, le Evaporiti di San Leo e i Gessi di Onferno.
Una vera meraviglia che ora rientra nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, per l’Italia il 59esimo sito: oltre 900 grotte in un’area relativamente piccola, con oltre 100 km di grotte in totale. È il primo e il meglio studiato fenomeno carsico evaporitico al mondo, con lavori accademici iniziati nel XVI secolo. Comprende anche alcune delle grotte di gesso più profonde esistenti, che raggiungono i 265 metri sotto la superficie.
L’iscrizione nella lista è stata proposta in base al criterio (VIII) tra i 10 criteri stabiliti dalle linee guida operative dell’Unesco, secondo cui il bene deve:
Costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative.
#Parchi. I #Gessi e le grotte dell’#Appennino dell'#EmiliaRomagna patrimonio mondiale dell’Umanità. Il riconoscimento oggi a Riyad da parte del Comitato internazionale #Unesco. La #notizia 👉 https://t.co/5qMrP8yEKk pic.twitter.com/eD1USFAFZb
— Regione Emilia-Romagna (@RegioneER) September 19, 2023
Perché sono la memoria dell’evaporazione di mari e oceani
Il sito seriale comprende più del 90% delle rocce evaporitiche affioranti in Emilia-Romagna e ospita, grazie al particolare contesto geologico e climatico, una densità unica di forme carsiche superficiali, grotte, sorgenti saline, minerali, speleotemi e contenuti paleontologici.
Da secoli, sono questi luoghi oggetto di ricerchi e di studi approfonditi, tanto che è proprio da qui che sono nate molte delle moderne teorie scientifiche sul carsismo evaporitico.
Di fatti, l’insieme dei siti è caratterizzato dal risultato unico della deposizione di sali di gesso e salgemma che si è avuta durante due tra gli eventi geologici più imponenti della storia della terra: la disgregazione del supercontinente Pangea, avvenuta circa 200 milioni di anni fa, e la catastrofe ecologica che interessò il Mediterraneo circa 6 milioni di anni fa, con la chiusura dello stretto di Gibilterra e la conseguente evaporazione e disseccamento di quasi tutto il Mar Mediterraneo, conosciuta come “Crisi di Salinità del Mediterraneo”.
Ad oggi, questi siti non possono che essere di grande interesse anche per la storia della ricerca geologica, paleontologica, biologica, archeologica e per la storia dell’arte e racchiudono testimonianze uniche dell’evaporazione del Mediterraneo milioni di anni fa.
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Fonte: UNESCO
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