CIRO è il primo database che raccoglie, analizza e monitora dati e buone pratiche ambientali e guida le Regioni verso la neutralità climatica
Quasi 30 indicatori per 8 aree tematiche per guidare le Regioni italiane verso l’efficienza energetica, un più elevato uso delle fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni di gas serra: è CIRO, che sta Climate Indicators for Italian RegiOns, la nuova piattaforma di Italy for Climate, centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
CIRO altro non è che il primo database in Italia, sviluppato in collaborazione con Ispra, che raccoglie, analizza e confronta dati e buone pratiche ambientali adottate dalle nostre Regioni per guidarle nel processo di decarbonizzazione dei propri territori e nel raggiungimento degli obiettivi climatici.
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Il database è articolato in 26 indicatori suddivisi in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità.
Tra questi anche dati e indicatori elaborati per la prima volta e raccolti con l’obiettivo di fornire al dibattito pubblico e alle Amministrazioni locali un quadro completo e aggiornato che consenta di identificare le aree di miglioramento e le migliori pratiche da adottare.
Le 8 aree tematiche di CIRO che individuano le migliori performance di una Regione
- Emissioni: punto di partenza per valutare un percorso di neutralità climatica
- È la Liguria la Regione apripista in termini di riduzione delle emissioni pro capite di gas serra. Il valore si è ridotto del 65%, oltre l’obiettivo 2030 del Green Deal, soprattutto grazie alla riduzione nell’uso di carbone (nel 1990 rappresentava il 60% del fabbisogno energetico e nel 2021 il 5%)
- In termini di assorbimenti forestali, invece, la Toscana risulta essere la seconda Regione più performante in questo indicatore (con 270 tCO2eq assorbite per ogni km quadrato di superficie), grazie a una valida gestione delle aree boschive
- Energia: circa l’80% delle emissioni in Italia sono prodotte dai nostri consumi di energia, per questo intervenire sul risparmio energetico e sulla riduzione delle fonti fossili di energia è fondamentale per il percorso di transizione energetica del Paese
- Campania e Sicilia sono le prime per consumi finali di energia pro capite, ovvero le Regioni che consumano meno anche grazie a un clima particolarmente mite che richiede un minore fabbisogno di riscaldamento
- Nel confronto sulla distribuzione delle fonti nel mix energetico, spiccano le 14 Regioni che sono già “coal free”, ovvero che hanno già azzerato i consumi di carbone
- Rinnovabili: a spiccare nell’ambito dell’energia rinnovabile, con il 97,6% del totale dell’energia consumata, è la Valle d’Aosta. Il Veneto, invece, si distingue per numero di Comunità energetiche rinnovabili (CER), con il record di 13 solo nel 2022
- Edifici: settore più energivoro in Italia e secondo per emissioni di gas serra
- È il Trentino che spicca per quota di edifici in classe A negli APE, mentre è nelle regioni del sud che si registrano quote record di consumi elettrici, un elemento molto importante per l’efficienza e la decarbonizzazione di questo settore
- Industria: primo settore per emissioni di gas serra in Italia, ma è anche quello che negli ultimi anni le ha ridotte maggiormente
- Fra le Regioni che emergono per l’industria c’è la Lombardia, che in rapporto al valore aggiunto riesce a mantenere sia emissioni che consumi di energia del settore particolarmente bassi
- Trasporti: tra i settori in cui ridurre le emissioni è più difficile, soprattutto in un Paese come l’Italia che presenta un’altissima dipendenza dall’utilizzo dell’auto privata e fatica ancora ad avviare un solido mercato dell’auto elettrica
- In questo settore la Regione che spicca è il Lazio, seconda per passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico locale (fonte Ministero dei trasporti), la Regione registra la più alta quota di auto elettriche immatricolate nel 2022 (pari al 4,5%)
- Agricoltura: settore strategico per la decarbonizzazione del Paese, a cui possono contribuire pratiche agricole virtuose e una migliore gestione degli allevamenti.
- Con il 35,7%, la Calabria è seconda nell’indicatore che misura la quota di agricoltura biologica, e terza per basso utilizzo di fertilizzanti in agricoltura
- Anche in Puglia le prestazioni del settore agricolo sono molto positive: l’indicatore delle emissioni settoriali pro-capite è tra i più bassi d’Italia, l’indicatore che misura la quota di agricoltura biologica (25%) superiore alla media (19%), il numero di capi di bovini allevati pro capite è basso, così come è fra i più bassi d’Italia il valore dell’indicatore dell’utilizzo di fertilizzanti
- Vulnerabilità: quella alla crisi climatica che espone i territori a rischi per la salute e l’economia; a contribuire alla vulnerabilità sono molti fattori su cui i territori hanno diversi gradi di responsabilità, fra cui la densità abitativa, il consumo di suolo, la presenza di corpi idrici e la morfologia del territorio.
- È la Basilicata la Regione meno esposta, anche grazie a un tasso di consumo di suolo fra i più bassi del Paese
- L’Umbria, invece, è la Regione che nel 2022 ha registrato il più basso numero di eventi meteoclimatici estremi in rapporto alla superficie
QUI puoi consultare tutte le aree tematiche Regione per Regione.
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