Quasi in concomitanza con la presentazione del rivoluzionario programma della giunta Appendino appena insediata, è partita la sperimentazione per creare la prima "zona d'aria pura" all'interno del capoluogo piemontese, dando ufficialmente il via al progetto "Pure Air Zone" promosso dal Torino Living Lab
A Torino si respirerà aria pulita. Quasi in concomitanza con la presentazione del rivoluzionario programma della giunta Appendino appena insediata, è partita la sperimentazione per creare la prima “zona d’aria pura” all’interno del capoluogo piemontese, dando ufficialmente il via al progetto “Pure Air Zone” promosso dal Torino Living Lab.
L’obiettivo è “zero smog” e per questo sarà utilizzato un sistema biologico di purificazione dell’aria capace di catturare le sostanze inquinanti e di trasformarle in elementi innocui per l’uomo e per l’ambiente. Le prime centraline “verdi” sono state installate il 15 giugno scorso nei giardinetti di Corso Svizzera.
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Il progetto
Pure Air Zone, sviluppato dalla società U-earth, trasformerà i Giardini Dispersi sul fronte Russo, di corso Svizzera angolo via Medici, nella prima “zona di aria pulita” della città. In pratica, l’azienda U-earth ha sviluppato una biotecnologia completamente naturale che riproduce il processo che si ha normalmente in natura di eliminazione dei contaminanti dall’ambiente, “miniaturizzandone” gli ingombri e accelerando i tempi di raggiungimento dell’equilibrio.
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In parole povere, gli agenti contaminanti sono attratti dai depuratori per carica elettrica molecolare, per poi venire catturati e distrutti da microrganismi che “si nutrono” di inquinamento, con il risultato che si ha aria più pulita, senza dover affrontare il problema di smaltimento delle scorie nocive. Ovviamente poi i dati raccolti vengono analizzati, con osservazione delle dinamiche nel tempo, analisi dei picchi e rilevazione dei valori notturni.
Qual è l’esito finale? Uno spazio pubblico reinventato, ripulito e incontaminato, dove è la tecnologia a pensare di combattere l’inquinamento e migliorare un pezzetto di città. Ecco, proprio questi sono i due punti che ci lasciano riflettere: “tecnologia” e “pezzetto di città”. Per ora più di una centralina installata pensa a ripulire l’aria attorno a sé: ma quanto costano più centraline sparse in più punti della città? E quante ce ne vorrebbero per ripulire più di un semplice “pezzetto”? Insomma, non sarebbe più semplice (re)inventarsi una nuova politica di mobilità, restituendo spazi alla natura e alla fruizione dei cittadini e creando quartieri più vivibili (e Torino è già bella di suo…)?
Germana Carillo