Ancora proteste contro il Jova Beach Tour: LIPU e altre associazioni ambientaliste provocano il cantante proponendo un tour in luoghi inquinati e ormai compromessi dall'azione dell'uomo
Il Jova Beach Tour è forse il tour musicale più discusso del momento nel panorama italiano e questo per due motivi: innanzitutto, perché si tratta di una macchina organizzativa mastodontica che altera e trasforma ambienti naturali (le spiagge) per la realizzazione dello spazio che ospiterà il concerto; poi perché questa alterazione dell’ambiente naturale è lesiva per l’ecosistema dunale, oltre che per gli animali e per le piante che in questo ecosistema vivono.
Per provare a fermare questi eventi le associazioni Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU), Arci Vasto e Gruppo Fratino Vasto (GFV), insieme alla Stazione Ornitologica Abruzzese (SOA), hanno lanciato un comunicato stampa congiunto in cui invitano il cantante Jovanotti a lasciar stare le spiagge ed esibirsi in luoghi che l’essere umano ha contribuito a distruggere – come l’ex ILVA di Taranto o il Polo Petrolchimico di Gela.
Il comunicato arriva a margine di un corposo documento contenente le osservazioni nella procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale che si è svolta nel Comune di Vasto dove, per fare posto alle infrastrutture del concerto di Jovanotti, è stata distrutta la vegetazione locale – inserita, tra l’altro, in un programma di protezione.
Il Jova Beach Party è un’iniziativa insostenibile perché le spiagge non sono cumuli di sabbia inerte ma luoghi dove vivono piante e animali, spesso rarissimi – si legge nel comunicato delle associazioni. – Se poi per fare un concerto si tomba e rende “calpestabile” un corso d’acqua naturale come Fosso Marino, si infrange non solo qualsiasi principio basilare di ecologia ma a nostro avviso anche quelli relativi alla prevenzione dei rischi per la pubblica incolumità.
Questo spettacolo presenta palesi criticità e […] assistiamo da parte delle amministrazioni ad un continuo arrampicarsi sugli specchi per giustificare decisioni sempre più allarmanti. Tra queste risaltano quella, appunto, di passare letteralmente sopra un corso d’acqua o di calpestare, è il caso di dirlo, le previsioni dei piani demaniali sia a scala regionale che comunale che prevedevano per Fosso Marino la tutela, essendo anche area di nidificazione e alimentazione del Fratino.
Le associazioni si schierano anche contro l’associazione ambientalista WWF che troppo tardi (a concerti ormai programmati) ha ritirato il suo appoggio per la sola tappa di Vasto e solo per le scelte del Comune, continuando a sostenere la partnership con Jovanotti. Come si legge nel comunicato, Vasto non è l’unico luogo fortemente depauperato dalla macchina dei concerti sulla spiaggia.
Invece di assediare e occupare le spiagge, perché non continuare a usare i luoghi deputati a questi eventi, come stadi e piazze? – provocano i firmatari del comunicato. – Oppure, come suggerito dalle associazioni pugliesi, andare nei luoghi del disastro industriale e ambientale, dall’ILVA a Marghera, da Gela a Porto Torres, da Brindisi a Falconara. Un passo forse troppo grande per Jovanotti e i suoi sponsor?
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Fonte: Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS
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