Per accendere i riflettori sulla crisi climatica il purè e la salsa dei pomodoro contro i quadri (non) stanno funzionando

Nuova flash mob di protesta per il clima in un museo europeo. Ma serve davvero imbrattare i capolavori artistici per portare ad un cambiamento reale nel nostro Pianeta agonizzante?

I musei tornano nei mirino degli attivisti per il clima. Ieri ad essere preso di mira il capolavoro impressionista “Il Pagliaio” di Claude Monet, che contro cui è stato scagliato del puré di patate. Protagonisti della nuova protesta avvenuta al Museo Barberini di Potsdam, in Germania, due giovani membri del movimento Letzte Generation, impegnato nella lotta contro il cambiamento climatico.

Qualcuno ci ascolta? – si chiedono gli attivisti, che hanno poi pubblicato le immagini della loro azione radicale sui social – Non riusciremo a provvedere alle nostre famiglie. Moriranno innumerevoli persone. Queste due persone sono state portate portate in carcere, mentre chi continua quotidianamente a favorire la crisi climatica è a casa con le famiglie.

 

Fortunatamente l’opera era protetta da un vetro e non sembra aver riportato danni, come riferito dai funzionari del museo.

Circa una settimana fa una sorte simile era toccata al quadro “I Girasoli” di Van Gogh, custodito alla National Gallery di Londra. In quel caso due giovani manifestanti del movimento Just Stop Oil avevano lanciato la salsa di pomodoro sul capolavoro del pittore olandese, sempre per accendere i riflettori sulla crisi climatica.

Per gli attivisti questi gesti sono davvero irrisori se paragonati alla situazione in cui versa il nostro Pianeta.

“Siamo in una catastrofe climatica e tutto ciò di cui hai paura è la salsa di pomodoro o il purè di patate su un dipinto. Sapete di cosa abbiamo paura? Temiamo perché la scienza ci dice che non saremo in grado di sfamare le nostre famiglie nel 2050″ ha dichiarato uno degli attivisti la scorsa domenica.

Ma è davvero la strategia vincente?

Questi gesti radicali hanno scatenato un’ondata di polemiche in tutto il mondo.

Non capisco cosa c’entri l’arte con una protesta per il clima. – commenta un utente in riferimento alla vicenda – Fanno bene a protestare ma così passano dalla ragione al torto e spero vivamente vengano puniti come si deve.

Mentre un altro scrive sui social:

Adesso, come prevedibile, è partito lo spirito di emulazione, esistono migliaia di altre forme di protesta, abbiamo poche cose di cui essere orgogliosi da lasciare ai posteri, distruggiamo anche l’arte e dopo l’ambiente avremo commesso un altro scempio.

Insomma, nessuno pare avere nulla da ridire sullo scopo della protesta, che sta sicuramente accendendo i riflettori sulla crisi climatica. Ma le persone non stanno capendo a cosa serve prendersela con dei capolavori. Così, invece di montare l’indignazione per l’inazione contro la crisi climatica, aumenta quella nei confronti di questo tipo di proteste. In molti chiedono di prendere di mira la classe politica e le e multinazionali che inquinano il Pianeta.

Ne state parlando tutti, quindi è valida? O si tratta “solo” di vandalismo?

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Fonte: Letzte Generation

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