Suoli sani entro il 2050, primo via libera del Parlamento Ue alla storica legge: “chi inquina pagherà la bonifica”

L'Ue si attiva per proteggere la salute dei suoli (troppo degradati e contaminati): cosa prevede la Soil Monitoring Law, adottata in prima lettura dall'Europarlmaneto e perché è fondamentale per il futuro del Pianeta

I suoli del Vecchio Continente sono tutt’altro che “in salute”. Si stima, infatti, che fra il 60% e il 70% dei terreni si trovi in uno stato malsano a causa dei cambiamenti climatici, l’uso massiccio dei pesticidi e l’espansione urbana. Per decenni la questione è stata sottovalutata, ma adesso l’Unione europea sembra aver preso la questione più seriamente. Lo scorso giovedì il Parlamento Ue ha definito delle misure finalizzate a raggiungere l’obiettivo dei suoli sani entro il 2050.

Con 336 voti favorevoli, 242 contrari e 33 astensioni, gli eurodeputati hanno sostenuto la proposta di legge sul monitoraggio del suolo (Soil Monitoring Law), che rappresenta il primo atto legislativo dell’UE sull’habitat più ricco di biodiversità della Terra.

“Siamo entusiasti dell’approvazione di questa nuova legge, che rappresenta un passo avanti fondamentale per arrestare i crescenti livelli di degrado del suolo in Europa. Un suolo sano è alla base della sicurezza alimentare, della sicurezza idrica, della ricchezza della biodiversità e ha un enorme potenziale nel sequestro del carbonio. Questa legge ha vaste implicazioni per tutta la società” sottolinea Praveena Sridhar, responsabile tecnico del Movimento Salva il Suolo.

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Cosa prevede la Soil Monitoring Law

Sono i punti cardine approvati dal Parlamento europeo per definire la sua posizione negoziale sulla proposta di legge Ue sul monitoraggio del suolo. Con 336 voti favorevoli, 242 contrari e 33 astensioni, gli eurodeputati hanno sostenuto il piane di un quadro di monitoraggio completo per promuovere la gestione sostenibile del suolo e risanare i siti degradati. Al momento i suoli europei in cattiva salute ci costano almeno 50 miliardi di euro l’anno.

Il Parlamento Ue sostiene innanzitutto la necessità di un monitoraggio completo e coerente per promuovere la gestione sostenibile del suolo. Il sistema di classificazione proposto dagli eurodeputati presenta cinque livelli per valutare la salute di tutti i suoli presenti nei vari Stati membri:

  • stato ecologico elevato
  • stato ecologico buono
  • stato ecologico moderato
  • suoli degradati
  • criticamente degradati

Secondo questo schema, soltanto i suoli che rientrano nelle prime due categorie verrebbero considerati “sani”.

Il nodo dei terreni contaminati

Secondo le stime della Commissione Ue, sul territorio europeo sono presenti circa 2,8 milioni di siti contaminati. Per risolvere la questione, l’Europarlamento ha chiesto innanzitutto di introdurre un elenco pubblico di questi suoli entro quattro anni dall’entrata in vigore dalla direttiva.

I singoli Paesi membri saranno tenuti a indagare, valutare e ripulire i siti contaminati per affrontare i rischi inaccettabili per la salute umana e l’ambiente dovuti alle sostanze pericolose. La Soil Monitoring Law prevede che a coprire i costi di bonifica siano le aziende o i soggetti responsabili della contaminazione, in linea col principio “chi inquina paga”.

Un passo molto importante in quanto, per la prima volta, un’istituzione comunitaria colma il vuoto normativo del diritto ambientale sulla materia della tutela del suolo. – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – E un esito a cui si arriva dopo circa vent’anni di tentativi da parte della Commissione UE, con testi di direttiva sempre respinti da una blocking minority di Stati membri.

Naturalmente, ancora si tratta soltanto di uno step iniziale, dato che a il dossier sarà negoziato con i governi nazionali dopo le elezioni europee di giugno, ma è già un’importante presa di consapevolezza della necessità di proteggere i suoli, dal cui futuro dipinde anche quello dell’umanità.

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Fonte: Europarlamento /Movimento Salva il Suolo/Legambiente

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