L'Unione europea ha deciso di sostenere 32 importanti progetti di società che operano nell’industria del gas, per investimenti di 29 milioni di euro
Nonostante i buoni propositi annunciati dall’Europa per far fronte agli effetti della crisi climatica, l’Unione europea ha deciso di sostenere 32 importanti progetti di società che operano nell’industria del gas.
Nella giornata di ieri, con 443 voti favorevoli, 169 contrari e 36 astenuti, i deputati si sono espressi a favore della proposta della Commissione europea decidendo così di finanziare piani per 29 miliardi di euro, condannando l’Europa a bruciare combustibili fossili per generazioni.
Nell’ambito del programma di finanziamento dell’UE, ogni progetto potrebbe essere coperto fino al 50% dai contribuenti europei.
Secondo gli ambientalisti, si tratta di un’ipocrisia sull’emergenza climatica e le società del gas stanno godendo i frutti delle forti pressioni da loro esercitate nonché la posizione vantaggiosa del loro settore all’interno delle istituzioni.
“Questa ipocrisia climatica deve finire. A seguito di catastrofi senza precedenti come gli incendi in Australia, la storia sarà scortese per coloro che oggi hanno sostenuto la costruzione di più condotte e terminali di combustibili fossili”, ha dichiarato Colin Roche, coordinatore della giustizia climatica per Friends of the Earth Europe.
History will look unkindly on those MEPs who today backed building 55 more fossil fuel pipelines and terminals.
This is climate hypocrisy. #EUGreenDeal is not possible with more fossil fuels.#FossilFree #PCIList https://t.co/D0r9lrxoc8
— Friends of the Earth Europe🌍 (@foeeurope) February 12, 2020
Il commissario europeo all’energia, Kadri Simson, dall’Estonia, ha chiesto al Parlamento di appoggiare la proposta, sulla base del fatto che tre quarti dei 151 progetti presentati riguardavano l’elettricità anziché il gas.
Il Parlamento avrebbe potuto però votare la lista per intero, oppure scegliere di esprimersi separatamente rispetto ai 32 progetti di infrastrutture del gas nel quarto elenco del Projects of Common Interest (PCI), presentato lo scorso ottobre.
L’Europa ha optato per l’approvazione dell’intera lista, nonostante il parere negativo espresso dalla società di consulenza Artelys, che in un recente rapporto ha affermato:
“la maggior parte dei 32 progetti di infrastrutture del gas nel quarto elenco PCI non sono necessari dal punto di vista della sicurezza dell’approvvigionamento e rappresentano un potenziale investimento eccessivo di decine di miliardi di euro, sostenuto da fondi pubblici europei”
Simson ha sottolineato che sebbene i progetti relativi al gas siano compresi nell’elenco approvato, ciò non garantisce che vengano effettivamente finanziati.
“Data la gravità dell’emergenza climatica e il poco tempo che ci rimane per evitare la catastrofe climatica, è sbagliato spendere più denaro pubblico per investire nei combustibili fossili.
È passato il tempo per incanalare denaro pubblico in progetti costosi e inutili in combustibili fossili quando l’Europa dovrebbe investire in efficienza energetica e fonti rinnovabili”, ha commentato Ciarán Cuffe, deputato irlandese dei verdi, che ha votato contro i progetti.
Fonti di riferimento: Commissione europea/Artelys/The Guardian
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