“Vogliono cementificare il polmone verde di Torre Spaccata”: i cittadini di Roma in corsa contro il tempo per salvarlo

Una delle ultime aree verdi non cementificate di Roma rischia di essere spazzata via dalla speculazione. Dove oggi vivono 60 specie animali, tra cui anche il falco pellegrino, potranno presto esserci abitazioni, multisala, strade e parcheggi. "Non abbiamo bisogno di altro consumo di suolo, il Pratone non può essere edificato", un gruppo di cittadini chiede a gran voce una variante del PRG che destini la Superficie del Pratone a verde pubblico

A Roma sta per verificarsi un’enorme cementificazione di una delle poche aree verdi delle città ancora scampate all’asfalto. Lo chiamano Pratone di Torre Spaccata, la sua estensione si aggira tra i 50 e i 60 ettari, e si sviluppa tra i quartieri di Torre Spaccata e Don Bosco, avendo per confini viale P. Togliatti ad Ovest, via di Torre Spaccata a Sud Est e a Nord le vie M. Lizzani, P. Sommariva e via R. Fancelli.

L’area ospita quattro 4 ville rurali romane e custodisce 150 specie vegetali, oltre ad essere uno dei corridoi ecologici della città, dove vivono circa 60 specie animali, tra cui anche il falco pellegrino (specie protetta).

Proprio qui è prevista un’edificazione da circa 600mila metri cubi, in cui è compreso anche l’ampliamento degli Studios di Cinecittà. Cdp è entrata in possesso dei terreni di Torre Spaccata nel 2012, in seguito all’acquisizione della società statale Fintecna Spa.

greenMe ora ha potuto visionare lo Schema di Assetto Preliminare. “Work in progress” si legge su tutte le pagine, di cui i nuovi studios occupano solo una piccola parte. Si parla di abitazioni, multisala, hotel, uno student housing, strade e parcheggi. E sì, c’è anche la realizzazione di una sottilissima fascia di parco, che collegherebbe i resti archeologici.

Troppo poco rispetto ai 187.500 metri quadrati di superficie utile lorda che verrà edificata (dei quali 156mila privati, suddivisi in 60% commerciale, 20% abitativo e 20% flessibile, come abbiamo potuto verificare).

Per contrastare questo progetto, si è costituito un comitato di cittadini che sta provando ad accendere i riflettori su questa vicenda e salvare il prato. Il loro obiettivo è cambiare la destinazione del Pratone di Torre Spaccata da edificabile a verde pubblico e servizi pubblici. Il Comitato “Pratone di Torre Sapccata” ha raccolto 11mila firme per una delibera di iniziativa popolare. Ma dalle istituzioni hanno ricevuto poche risposte certe fino a ora.

“In breve, dopo la raccolta firme e quindi la consegna, stanno andando avanti le pratiche amministrative per la delibera di iniziativa popolare, con la richiesta da parte del Comune di un parare ai municipi, compresa la commissione Pnrr del VII municipio. Ma le istituzioni locali per ora non si sono ancora espresse, perché, ci dicono, di non aver ancora visionato alcun progetto –  ci spiega Maurizio Moretti, del comitato per il Pratone di Torre Spaccata. –  Vogliamo sollecitare invece sin da ora le istituzioni tutte affinché approvino una variante del PRG che destini la Superficie del Pratone a verde pubblico”.

C’è anche un altro aspetto da considerare: la continuità naturalistica del Pratone di Torre Spaccata con il Parco Archeologico di Centocelle, divise tra loro dal congestionato “spartiacque” di Viale Palmiro Togliatti, non fa che esaltare le potenzialità ecologiche delle due aree verdi: autentico corridoio naturalistico per la fauna che dai Castelli Romani riesce a raggiungere l’interno della città eterna.

Studi sulla avifauna effettuati dal WWF sul limitrofo Parco Archeologico di Centocelle hanno rilevato la presenza di numerose specie di uccelli: l’Allodola, la Cappellaccia, la Pispola, il Saltimpalo, lo Strillozzo, la Pavoncella e nel periodo di passo migratorio, lo Stiaccino, il Codirosso comune, il Culbianco, l’Upupa, l’Averla piccola e l’Averla capirossa.

Ma di questi animali i progetti “work in progress” ovviamente non parlano.

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