Dopo il Sì della Soprintendenza di Messina al Ponte sullo Stretto, arriva il No dell'Europa che tramite il commissario Ue ai trasporti ha fatto sapere di non avere in programma l'inserimento del ponte nei progetti prioritari
Un ponte che colleghi la Sicilia alla Calabria, riducendo di gran lunga i tempi di percorrenza dello stretto di Messina. L’idea non fa una grinza. Ma quanto costa in termini di impatto ambientale? Non poco, se anche l’Europa, nella persona di Siim Kallas, commissario Ue ai Trasporti ha bocciato l’idea, sottolinenando il fatto che la Commissione europea non prenderà alcun impegno riguardo ad un possibile inserimento tra i progetti prioritari Ue del ponte sullo Stretto.
Da buona siciliana, penso che la decisione dell’Ue di derubricare il Ponte dalla lista delle priorità della rete transeuropea nel periodo 2014-2020, non è da prendere alla leggera. Mi chiedo: perché l’Europa dice fermamente No al ponte, mentre il governo italiano sostiene tale idea? Forse il Vecchio Continente non ha a cuore le sorti del Meridione del nostro paese? Non sembra, stando alle parole di Kallas: “Naturalmente Palermo merita senza dubbio di essere un nodo, come abbiamo scritto nel documento. Palermo è una città importante in una regione importante, quindi non c’è alcuna contraddizione nel fatto che abbiamo incluso Palermo nel corridoio transeuropeo, è stata una decisione logica“.
Meridione ghettizzato? Dunque, non è una questione di esclusione e ghettizzazione del meridione, anzi, il ministro ne parla come rilancio. E infatti riguardo al discusso Stretto di Messina Kallas, come Ponzio Pilato, se ne lava le mani, rimandando la questione al governo italiano: “A questo punto posso dire che noi non prendiamo alcun impegno riguardo al ponte sullo Stretto di Messina o riguardo a un collegamento via nave. Questa è una linea che fa parte del network prioritario (per l’Ue), ma il ponte sullo Stretto sarà lasciato alle autorità italiane“.
Il Sì della Soprintendenza. Tutto ciò avviene all’indomani del Sì della Soprintendenza ai beni culturali, ambientali e paesaggistici di Messina al ponte, o meglio all’indomani dell’approvazione paesaggistica del Ponte sullo Stretto di Messina.
Circoli dell’ambiente. Per Alfonso Fimiani, Presidente dei Circoli dell’Ambiente si tratta di una battuta d’arresto grave: ”Si tratta di una decisione gravissima ed evidentemente presa troppo in fretta: l’Europa non può tollerare che esistano cittadini di Serie A e cittadini di Serie B, deve assolutamente aiutare il Sud a crescere e non è un mistero che la prima fonte di sviluppo sono le infrastrutture. Ben vengano, da questo punto di vista, i finanziamenti alle arterie ferroviarie, ma essi non possono e non devono escludere la costruzione del Ponte, che rappresenta non solo una grande opera necessaria ad agevolare i trasporti, ma un vero e proprio simbolo di progresso che caratterizzerà il Mezzogiorno nel mondo intero”.
WWF. E non manca di lanciare il suo monito il WWF Italia che ha chiesto al Governo di destinare gli 8,5 miliardi di euro previsti per il ponte sullo Stretto di Messina alla messa in sicurezza del territorio del Sud e al potenziamento delle opere ferroviarie e stradali in Sicilia e Calabria. “Si cancelli inoltre la Ponte sullo Stretto SpA, concessionaria interamente pubblica, a questo punto del tutto inutile. Visto che il ponte non è una priorità nel sistema dei trasporti europeo esclude qualsiasi ipotetico finanziamento da parte della Commissione Europea o, ad esempio, della Banca Europea degli Investimenti” dice il WWF.
Scilla e Cariddi. Altro punto sostenuto a favore della prorpia tesi, secondo il WWF, è l’elevata sismicità della zona. L’area di Messina, con le Eolie a due passi, trema quasi ogni giorno, una sorta di pentola a pressione, pronta a sfiatare in qualunque momento. Stromboli ogni tanto lo ricorda, Lipari ogni giorno trema, i cittadini ormai si sono abituati alle scosse. Allora, si chiede il WWF “come il Governo italiano possa ancora giustificare la strategicità di un’opera, dall’elevatissimo impatto ambientale, da costruire in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo“. Queste le richieste dell’associazione, che personalmente sottoscrivo in pieno:
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adeguamento dela linea tirrenica e potenziamento della linea ferroviaria ionica in Calabria e delle linee ferroviarie siciliane che collegano Catania, Messina e Palermo;
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chiusura dei cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria;
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ammodernamento e messa in sicurezza della SS106 Ionica;
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miglioramento dei servizi di metropolitana del mare per i pendolari dell’area dello Stretto e rafforzamento degli attuali servizi di traghettamento pubblici;
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investimento sulla rinaturalizzazione dei versanti e sul consolidamento del suolo e al riassetto del territorio ad alto rischio idrogeologico e sismico.
Ponte Sì, ponte No. Questo è il problema, l’amletica questione che da buona siciliana innamorata delle bellezze naturali e paesaggistiche della mia terra, non posso non pormi. Infrastrutture, sì, sarebbero utili. Il ponte, una gran comodità se solo riuscissi a raggiungerlo con facilità, visto che mancano collegamenti ferroviari adeguati, considerato che gran parte dei principali capoluoghi di provincia della mia isola sono ancora isolati tra loro e collegati da strade ferrate ad un unico binario e autostrade inesistenti.
Sì al ponte, ma come faccio a raggiungere casa se passato lo stretto grazie all’avveniristico collegamento non trovo altrettanto adeguate soluzioni per la mobilità?
Francesca Mancuso