Si procederà gradualmente con i lavori del Ponte sullo Stretto, ma le criticità permangono tra cui altezza, sismicità e costi elevatissimi
Il Consiglio dei Ministri ha recentemente deciso di eliminare il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto di Messina, abolendo così il termine ultimo del 31 luglio per la sua approvazione. Questo cambiamento significa che i lavori potranno procedere gradualmente, previa autorizzazione, anziché essere approvati in blocco.
Ciò significa anche che la gestione dei costi potrà essere più flessibile. Nonostante questo cambiamento, rimangono le domande sulla fattibilità del ponte con l’inizio dei lavori previsto al momento per il 2032. Uno dei principali problemi riguarda l’altezza del ponte, che secondo il progetto dovrebbe essere di circa settanta metri.
Questa altezza potrebbe non essere sufficiente per consentire il passaggio di grandi navi da crociera e porta container, a causa delle forti oscillazioni del livello del mare nello Stretto. L’Autorità portuale sta attualmente preparando una relazione sull’impatto dell’opera sui porti circostanti, in particolare su quello di Gioia Tauro.
Il problema della sismicità e dei costi
Un altro problema cruciale è rappresentato dalle leggi antisismiche. La zona dello Stretto di Messina è infatti attraversata da cinque faglie attive, una delle quali si trova proprio nel punto in cui dovrebbe essere ancorato il pilone calabrese.
Dopo il terremoto dell’Aquila, su queste aree vige l’inedificabilità assoluta. Recenti rilevazioni hanno rivelato che questa faglia è lunga 34 km e potrebbe causare un terremoto di magnitudo 7,1, il massimo sopportabile dalla struttura secondo il progetto.
Inoltre il progetto stesso presenta numerose criticità. Tra febbraio e marzo, il comitato scientifico dello Stretto di Messina ha richiesto 68 raccomandazioni, mentre il Ministero dell’Ambiente ha chiesto 239 integrazioni. Queste richieste riguardano principalmente il rischio sismico, la valutazione dell’impatto ambientale e l’analisi costi/benefici, oltre ai costi di gestione e manutenzione.
I costi rappresentano un ulteriore punto di debolezza. Il progetto originale del 2006 prevedeva una spesa di 3,9 miliardi di euro, ma oggi la stima è salita a 13,5 miliardi. La legge di bilancio 2024 ha stanziato 11,6 miliardi, mentre i restanti fondi dovrebbero provenire da un project financing. Tuttavia i costi reali dovrebbero essere stati approvati con il progetto esecutivo, ora eliminato, lasciando incertezza sui finanziamenti futuri.
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