Attenzione alla polvere degli pneumatici: inquina quanto i gas di scarico

Il pulviscolo microscopico generato dal consumo degli pneumatici, freni e asfalto è dannoso al pari dei gas di scarico.

La polvere che si alza dallo sfregamento di pneumatici e freni sull’asfalto inquina tanto quanto i gas di scarico: una teoria confermata da un’analisi che sarà pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità

Si tratta di un pulviscolo microscopico generato dal consumo degli pneumatici, freni e asfalto: il suo “sollevamento” in aria sarebbe responsabile dell’inquinamento da traffico automobilistico al pari dell’emissione dei gas di scarico. Al suo interno, infatti, un mix di sostanze chimiche causerebbe malattie cardiovascolari, respiratorie e tumori e solo di recente si è iniziato a comprendere la tossicità di queste fonti.

È quanto emerge da una revisione di 99 studi internazionali, pubblicata sul bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e coordinata da Fulvio Amato, ricercatore del Consejo Superior de Investigaciones Cientificas di Barcellona: in pratica, le polveri che si staccano dall’asfalto, dalle gomme e dai freni e si depositano sul fondo stradale contribuiscono a circa la metà dell’inquinamento da traffico automobilistico. Come fare allora per evitarlo?

La polvere stradale è uno dei principali “fonti” ai livelli urbani di Pm10 in tutto il mondo. Ad oggi, circa la metà delle emissioni del traffico sono state calcolate come processi non di scarico. Tuttavia, l’attenzione si è sempre concentrata sulle emissioni di scarico dei motori, limitando le reali conoscenze sull’impatto di tutti i pericoli provenienti dalla strada.

Ebbene, quel che emerge ora è che l’impatto sulla salute della strada può provenire anche da diverse fonti, come l’uso di freni e degli pneumatici sulle pavimentazioni stradali: la polvere rilasciata sulle strade da gomme e freni conterebbe un mix di sostanze chimiche e cancerogene, che causerebbero malattie cardiovascolari e respiratorie nelle aree fortemente trafficate.

Quindi, mentre sono stati fatti importanti miglioramenti tecnologici per ridurre le emissioni di particolato (PM) dagli scarichi dei motori, non sono attualmente in atto azioni per ridurre la parte non esaustiva delle emissioni come quelle dall’usura dei freni, dall’usura delle strade e dall’usura degli pneumatici. Queste fonti “non di scarico” contribuiscono facilmente e spesso più dello scarico della marmitta ad inquinare l’ambiente in città.

Il tubo di scappamento degli autoveicoli incide per il 50% nella produzione delle polveri sottili da traffico, ma l’usura soprattutto dei freni, asfalto e pneumatici influisce per il restante 50%: i freni vengono erosi dall’attrito tra il disco e le pastiglie, mentre pneumatici e asfalto si consumano per il peso e la circolazione del veicolo, producendo microscopici frammenti di metalli, minerali e gomma che poi si disperdono nell’aria e vengono inalati.

Come ridurre, dunque, il loro impatto? Alcuni propongono di lavare più spesso l’asfalto e limitare la velocità e l’accesso al centro città dei veicoli pesanti. Noi aggiungiamo anche che, magari, potremmo contribuire lasciando più spesso l’auto a casa e scegliere altri mezzi, da quelli pubblici alla bici, per i nostri spostamenti.

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Germana Carillo

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