In nessun altro posto la plastica è diventata un problema come negli oceani. E’ qui che si accumula la maggior parte dei rifiuti, diventando un dramma per gli organismi che popolano le acque e per tutto l’ecosistema marino. Ma alcuni organismi si sono evoluti, al punto da creare un nuovo ecosistema.
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In nessun altro posto la plastica è diventata un problema come negli oceani. È qui che si accumula la maggior parte dei rifiuti, diventando un dramma per gli organismi che popolano le acque e per tutto l’ecosistema marino. Ma alcuni organismi si sono evoluti, al punto da creare un nuovo ecosistema.
RIFIUTI PLASTICI NEGLI OCEANI: UN PROBLEMA BEN EVIDENTE
Ormai il problema è noto: accumuli di plastica negli oceani, che quando si segmenta in microplastiche finisce inoltre nella catena alimentare della fauna marina. Esiste persino una zona del Pacifico nota come “Great Pacific Garbage Patch”, dove questo accumularsi continuo è ormai a dir poco allarmante.
LA PLASTICA ALTERA L’EVOLUZIONE DELLA VITA
Un aspetto nuovo, su cui si stanno concentrando gli scienziati, è quello legato alle conseguenze dei rifiuti in plastica sull’evoluzione della vita degli oceani. Secondo gli studiosi, ifnatti, da questa “zuppa” starebbero emergendo nuove forme di vita, microbi in grado di mangiare la plastica stessa perché si sono adattati o hanno mutato abitudini alimentari. Questo – come spiega Ricard Sole dell’Università Pompeu Fabra di Barcelona – spiegherebbe perché, rispetto all’esponenziale crescita della produzione mondiale di plastica, là dove gli accumuli sono più massicci si rintracciano quantità di rifiuti minori di quanto ci si aspetti. Accade, appunto, perché entrano in azione questi esseri viventi evoluti.
IL MISTERO DELLA PLASTICA SCOMPARSA
I dati e le varie indagini in zone acquatiche particolarmente a rischio hanno infatti dimostrato che viene ritrovato da un decimo ad un centesimo della plastica che ci si aspetterebbe di trovare in quelle aree. E la quantità di plastica che galleggia deturpando gli oceani non sembra essere in crescita. Allo stesso tempo, i trend parlano di una crescita vertiginosa della popolazione di microbi che si sono evoluti fino a biodegradare la plastica.
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ALTRE POSSIBILI SPIEGAZIONI
Altri scienziati concordano con questo studio ma ritengono che quella dei microbi sia soltanto una delle possibili ragioni di questa “sparizione” della plastica. Prima tra tutte, il fatto che la plastica negli oceani si degrada più velocemente di quanto si possa pensare, sebbene non sia chiaro quanto sia positivo, visto che potrebbe causare proprio fenomeni come la suddivisione in microparticelle dall’impatto micidiale su ecosistemi e fauna marina. A questo si aggiungono gli additivi che vengono rilasciati negli oceani. Tra le spiegazioni, però, non va sottovalutata quella che vede protagonisti questi microbi mangiaplastica. Uno studio ulteriore, quello di Linda Amaral-Zettler del Netherlands Institute for Sea Research mostra che sono microbi che colonizzano la plastica galleggiante e sono diversi da quelli che si rintracciano comunemente nelle acque circostanti. Tutto questo arriva a creare un nuovo ecosistema, che è stato definito “Plastisfera”.
Anna Tita Gallo