Uno studio, che ha analizzato i cambiamenti dell'Himalaya tra Bhutan e Nepal, è riuscito a confermare che la pioggia può spostare le montagne
Un nuovo studio condotto in Galles dimostra che la pioggia può davvero “spostare” le montagne. Sembra essersi risolto così un enigma scientifico che ha tenuto occupati diversi scienziati nel corso degli anni.
Che vi sia un certo effetto delle piogge sull’evoluzione dei paesaggi montuosi è da tempo dibattuto tra i geologi ma ora arriva a fare chiarezza sull’argomento una nuova ricerca condotta dall’Università di Bristol e pubblicata su Science Advances.
Lo studio si è concentrato sulla più imponente delle catene montuose, l’Himalaya, calcolando con una certa precisione l’impatto della pioggia sulle montagne, partendo dall’analisi di picchi e valli e dei loro cambiamenti nel corso di milioni di anni.
Si è scelto proprio l’Himalaya centrale e orientale del Bhutan e del Nepal, perché questa regione del mondo è diventata uno dei paesaggi più campionati per gli studi sul tasso di erosione.
Come ha ricordato l’autore principale della ricerca, il dottor Byron Adams, può sembrare intuitivo che una grande quantità di pioggia possa modellare le montagne facendo sì che i fiumi erodano le rocce più velocemente. Gli scienziati, però, hanno anche creduto che la pioggia sia in grado di erodere un paesaggio abbastanza velocemente così da “risucchiare’ le rocce dalla terra, tirando su le montagne molto rapidamente”.
“Entrambe queste teorie sono state dibattute per decenni perché le misurazioni richieste per dimostrarle sono così minuziosamente complicate. Questo è ciò che rende questa scoperta una svolta così entusiasmante, in quanto supporta fortemente l’idea che i processi atmosferici e della terra solida sono intimamente connessi” ha dichiarato il professor Adams.
Il team, grazie ai dati provenienti da più di 140 bacini fluviali nei due Paesi, valutando i valori di pendenza, i tassi di pioggia e di erosione è stato in grado di valutare la velocità in cui i fiumi provocano l’erosione delle rocce.
La ricerca ha utilizzato orologi cosmici all’interno di granelli di sabbia per misurare la velocità con cui i fiumi erodono le rocce sottostanti.
“Quando una particella cosmica proveniente dallo spazio raggiunge la Terra, è probabile che colpisca i granelli di sabbia sui pendii delle colline mentre vengono trasportati verso i fiumi. Quando ciò accade, alcuni atomi all’interno di ciascun granello di sabbia possono trasformarsi in un elemento raro. Contando quanti atomi di questo elemento sono presenti in un sacco di sabbia, possiamo calcolare da quanto tempo la sabbia è stata lì, e quindi quanto velocemente il paesaggio si è eroso”.
Non è stato facile arrivare a capire come la pioggia modifica le montagne. Il dottor Adams e il suo team hanno dovuto affrontare una vera e propria sfida:
“Abbiamo testato un’ampia varietà di modelli numerici per riprodurre il modello di tasso di erosione osservato in Bhutan e Nepal. In definitiva, solo un modello è stato in grado di prevedere con precisione i tassi di erosione misurati. Questo modello ci consente per la prima volta di quantificare come le precipitazioni influiscono sui tassi di erosione in terreni accidentati“
I risultati dello studio hanno importanti implicazioni per la gestione dell’uso del suolo, la manutenzione delle infrastrutture e i pericoli in Himalaya:
“I nostri dati e le nostre analisi forniscono uno strumento efficace per stimare i modelli di erosione nei paesaggi montuosi come l’Himalaya e, quindi, possono fornire informazioni inestimabili sui pericoli che influenzano le centinaia di milioni di persone che vivono all’interno e ai piedi di queste montagne”
Ma la ricerca è utile anche a prevedere il possibile impatto dei cambiamenti climatici sui paesaggi e, di conseguenza, sulla vita umana.
Fonte: Science Daily / Science Advance