Numerose associazioni hanno aderito alla proposta di piantare 60 milioni di alberi in Italia e vogliono lavorare a una strategia condivisa per farlo davvero
L’appello lanciato meno di un mese fa a piantare 60 milioni di alberi è stato accolto da numerose associazioni, aziende e cittadini e presto potremo davvero veder nascere un albero per ogni abitante nel nostro Paese.
L‘iniziativa “Un albero in più” era partita lo scorso mese grazie a Stefano Mancuso, scienziato e Direttore LINV, Carlo Pertini, Presidente Slow Food e Domenico Pompili , Vescovo di Rieti, che hanno voluto dare una risposta concreta all’aumento delle temperature e agli altri effetti legati al riscaldamento globale.
La proposta ha visto l’adesione di numerose associazioni, società e altri enti che lavorano nella ricerca e nella protezione delle foreste, dell’agricoltura e dell’economia agraria tra cui STEF, AIEL, CONAF e FCS che hanno risposto all’appello, dichiarando la volontà di piantare il più rapidamente possibile 60 milioni di alberi per contrastare la crisi climatica.
Aumentare il numero di alberi consentirà infatti di diminuire i livelli di inquinamento e di CO2, abbassare la temperatura dell’aria, prevenire disastri ambientali e migliorare sensibilimente la qualità della vita di tutti noi.
L’iniziativa dunque è sicuramente lodevole ma è fondamentale che la riforestazione del nostro Paese sia fatta con criterio e in modo efficace, perché possa portare davvero dei benefici.
Mettere a dimora 60 milioni di alberi è infatti una sfida molto grande che richiede organizzazione e collaborazione da parte di tutti, cittadini, imprese, associazioni e amministrazioni, che dovranno adottare una strategia condivisa.
Per prima cosa occorrerà identificare le aree in cui piantare gli alberi, tenendo conto del fatto che sarà necessaria una superficie di circa 60mila ettari, pari a 100mila campi da calcio, per consentire la crescita e lo sviluppo delle piante.
In secondo luogo andranno scelte le specie da pintare, che dovranno rispettare la biodiversità del nostro territorio, senza andare a intaccare gli equilibri degli habitat naturali.
Infine andranno pianificati interventi e investimenti a lungo termine perché le piante avranno bisogno di cura e manutenzione negli anni successivi.
Le associazioni e le imprese che stanno aderendo all’iniziativa metteranno a disposizione le loro conoscenze e competenze perché il progetto possa essere realizzato nel più breve tempo possibile in modo corretto e sostenibile.
Chiunque può unirsi al progetto: pubbliche amministrazioni, enti locali, associazioni di categoria e semplici cittadini possono aderire all’iniziativa e dare ognuno il proprio importante contributo per rendere il nostro Paese più verde.
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Tatiana Maselli