Sui Grandi Laghi, negli Sttai Uniti, piovono PFAS. Letteralmente. A lanciare l'allarme è uno studio dell'Epa
Sui Grandi Laghi, negli Sttai Uniti, piovono PFAS. Letteralmente. A lanciare l’allarme è uno studio dell’Epa che si occupa di monitorare le sostanze chimiche. Secondo i dati del relativi all’inquinamento atmosferico, la pioggia caduta sull’Ohio questa primavera conteneva una quantità sorprendentemente elevata di PFAS.
L’acqua piovana raccolta a Cleveland in due settimane ad aprile conteneva una concentrazione combinata di circa 1.000 parti per trilione (ppt) di composti PFAS. È quanto affermano gli scienziati dell’Integrated Atmospheric Deposition Network (IADN ), un programma di monitoraggio a lungo termine dei Grandi Laghi finanziato congiuntamente dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti e dal Canada.
I campioni fanno parte di un nuovo sforzo dell’IADN per analizzare la prevalenza di PFAS nelle precipitazioni attraverso i Grandi Laghi. La rete ha altre stazioni di monitoraggio in Illinois, Michigan e New York e le sostanze chimiche sono state rilevate anche lì.
Ormai è stato ampiamente accertato che l’atmosfera sia un’importante fonte di PFAS per i Grandi Laghi. L’IADN è una rete di stazioni che monitorano le concentrazioni di sostanze chimiche tossiche nell’aria e nelle precipitazioni dei Grandi Laghi. Ogni lago ha una stazione principale che offre una gamma completa di misurazioni. Altri 10 stazioni satellitari forniscono ulteriori dettagli sui livelli di sostanze tossiche nell’aria intorno ai laghi.
Dagli anni ’90 sono state effettuate oltre un milione di misurazioni delle concentrazioni di PCB, pesticidi, IPA, ritardanti di fiamma e metalli. Esse hanno permesso di calcolare non solo la presenza ma anche le tendenze delle sostanze chimiche tossiche nell’aria dei Grandi Laghi.
I dati preliminari non sono ancora stati pubblicati e sono in fase di revisione ma secondo i ricercatori le prime analisi mostrano che le sostanze chimiche PFAS sono i principali contaminanti nella pioggia e nella neve regionali.
Si può effettivamente dire che sta piovendo PFAS a questo punto
ha detto Marta Venier, chimico ambientale dell’Università dell’Indiana, parlando ai giornalisti convocati online dall’Istituto per il giornalismo e le risorse naturali (IJNR) a maggio.
Dall’agosto 2020, l’IADN ha analizzato i PFAS in campioni di acqua piovana provenienti da cinque siti nella regione, insieme a inquinanti organici persistenti come PCB, pesticidi organoclorurati e ritardanti di fiamma. I siti si trovano a Cleveland, Chicago, Sturgeon Point, New York, Sleeping Bear Dunes nella penisola inferiore settentrionale del Michigan e Eagle Harbour.
Il team ha rilevato 38 diversi composti PFAS nell’aria e nell’acqua piovana. La concentrazione totale nella maggior parte dei campioni variava da 100 a circa 400 ppt nei siti, con conteggi più elevati nelle aree urbane rispetto a quelle rurali o remote. Dopo quasi un anno di campionamento, secondo Venier le concentrazioni di PFAS sono ordini di grandezza superiori rispetto ad altri inquinanti.
I pericoli
Sebbene i livelli di sostanze chimiche tossiche persistenti nell’aria possano essere generalmente bassi, l’ampia superficie dei Grandi Laghi provoca importanti apporti atmosferici. La deposizione atmosferica si verifica quando gli inquinanti atmosferici si spostano sulla superficie terrestre dall’aria all’acqua attraverso la pioggia e la neve, la caduta di particelle e l’assorbimento di gas. L’atmosfera risponde rapidamente alle azioni di riduzione delle sostanze tossiche, rendendo le misurazioni atmosferiche un modo eccellente per tenere traccia dei cambiamenti nelle concentrazioni di sostanze chimiche tossiche persistenti nel tempo e nello spazio.
Spiega l’Epa che i livelli di alcune sostanze chimiche tossiche persistenti sono diminuiti considerevolmente nell’ecosistema dei Grandi Laghi negli ultimi 30 anni. Sfortunatamente, continuano ad essere a livelli superiori a quelli considerati sicuri per l’uomo. Sono necessari avvisi sul consumo di pesce in tutti e cinque i Grandi Laghi e nei loro canali di collegamento. L’emergere di sostanze chimiche tossiche persistenti (ad es. ritardanti di fiamma) nell’ecosistema dei Grandi Laghi può rappresentare nuove minacce per la salute umana e l’ambiente.
La ricerca IADN è stata presentata in anteprima il mese scorso dalla studentessa Abby DeMeyer durante la conferenza annuale dell’International Association for Great Lakes Research (IAGLR). DeMeyer ha affermato che il team prevede di studiare le tendenze stagionali delle concentrazioni man mano che aumenta la raccolta di dati grezzi.
Una cosa è certa: queste sostanze sono ormai ovunque.
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Fonti di riferimento: Iadn, Ijnr
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