Un ghiotto regalo ai petrolieri. La VIA (Valutazione Impatto Ambientale) non sarà obbligatoria per la prospezione in mare con airgun e per coltivazione di idrocarburi sia nelle acque che sulla terraferma, con produzione fino a 182.500 tonnellate di petrolio o 182,5 milioni di Mc di gas annua. Il Governo di recente ha proposto questa soluzione a regioni e Parlamento
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Un ghiotto regalo ai petrolieri. La VIA (Valutazione Impatto Ambientale) non sarà obbligatoria per la prospezione in mare con airgun e per coltivazione di idrocarburi sia nelle acque che sulla terraferma, con produzione fino a 182.500 tonnellate di petrolio o 182,5 milioni di Mc di gas annua. Il Governo di recente ha proposto questa soluzione a regioni e Parlamento.
Di fatto, la bozza di decreto per il recepimento della nuova VIA comunitaria è stata una grossa mano d’aiuto per i petrolieri. La proposta del nostro Governo, infatti, racchiude in sé più vantaggi per le multinazionali e pochi per l’ambiente e cittadini.
Prima tra tutte la norma anticostituzionale grazie alla quale i cantieri e le attività potranno continuare anche se si scopre che un’opera non ha fatto la V.I.A. O ancora, se un ente locale o un’associazione vince al TAR facendo decadere il parere favorevole.
Non si dovranno smontare le piattaforme esistenti a fine vita
In primo luogo l’Art.25, nasconde un escamotage che evita alle multinazionali di smontare le piattaforme (sia esistenti che ancora da costruire) a fine produzione, così come i gasdotti e gli oleodotti sottomarini a queste connessi. Il comma 6 prevede infatti un Decreto del Ministro dello Sviluppo insieme al Ministro dell’Ambiente che, con un semplice parere della Conferenza stato e regioni, delinea le “linee guida per la dismissione mineraria o destinazione ad altri usi delle piattaforme per la coltivazione di idrocarburi in mare e delle infrastrutture connesse”
Ciò garantirà un vantaggio di centinaia di milioni di euro, visto che ci sono decine di piattaforme da smantellare e centinaia di chilometri di tubazioni sul fondo marino da bonificare.
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Per quanto riguarda invece i progetti petroliferi da approvare, alcuni di essi sono già in corso di autorizzazione nonostante l’opposizione dei cittadini.
Attualmente, il Testo Unico dell’Ambiente D.lgs.152/2006 prevede che tutte le attività di questo tipo siano sottoposte alla VIA. Si va dalla prospezione in mare con la discussa tecnica dell’airgun fino alla coltivazione dei giacimenti, passando per lo scavo dei pozzi. I cittadini e gli enti locali hanno 60 giorni di tempo per depositare osservazioni. Soprattutto sul fronte dell’airgun, l’opinione pubblica è sensibile e cittadini e associazioni depositano sempre decine di osservazioni. Così non sarà con le nuove norme.
No alla VIA diretta, sì allo screening
Le direttive comunitarie sulla VIA che via via si sono succedute, compresa l’ultima, la 52/2014/UE, comprendono due liste di progetti. Quelli della prima direttiva devono sempre fare da subito la V.I.A. completa. Per quelli inseriti nella seconda la Direttiva invece, l’Europa dà la possibilità allo Stato membro di decidere se fare direttamente la V.I.A. o effettuare prima una verifica di assoggettabilità a V.I.A. (screening) sulla base delle condizioni del territorio e della sensibilità della popolazione sui temi.
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Finora a VIA diretta erano stati inseriti anche i progetti della seconda lista, come le prospezioni con airgun o esplosivi, e tutti i progetti di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi. Purtroppo, la nuova modifica degli allegati del Testo Unico dell’Ambiente compiuta dal Governo, abbassa la soglia di attenzione a tutto vantaggio delle multinazionali del petrolio, togliendo anche il contraddittorio con cittadini, associazioni ed enti locali.
Cosa cambierà?
Altro che VIA diretta. Prima si farà il cosiddetto screening per tutte le prospezioni, sia con airgun in mare sia con esplosivi, e i progetti petroliferi di coltivazione di giacimenti con produzione fino a 182.500 tonnellate di petrolio o 182 milioni di Mc di gas annua.
Inoltre, mentre oggi per questo tipo di procedura la società petrolifera ha l’obbligo di depositare i documenti del progetto preliminare e uno studio preliminare ambientale, seguiti da una fase di 45 giorni per le osservazioni del pubblico, secondo quanto previsto dall’articolo 8 della nuova bozza di Decreto, scomparirà la fase delle osservazioni del pubblico e dovrà essere pubblicato esclusivamente lo Studio preliminare Ambientale. Di fatto, solo i nuovi pozzi dovranno fare la V.I.A. diretta.
Così facendo si “mette il bavaglio ai cittadini e agli enti locali su decine di progetti e si permette di non smantellare le piattaforme e i relativi gasdotti e oleodotti in mare” è stato il commento del Forum italiano dei movimenti per l’acqua.
Il Governo non smette mai di stupirci con l’ennesimo regalo alle lobby, a caccia dell’ultima goccia di petrolio italiano.
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Francesca Mancuso