Le conseguenze dell'affondamento della petroliera iraniana Sanchi iniziano a emergere. Gli scienziati cinesi hanno messo in guardia la popolazione, invitandola a evitare di acquistare pesce che potrebbe essere passato attraverso l'area, almeno fino a quando non sarà valutato l'impatto tossico dello sversamento.
Le conseguenze dell’affondamento della petroliera iraniana Sanchi iniziano a emergere. Gli scienziati cinesi hanno messo in guardia la popolazione, invitandola a evitare di acquistare pesce che potrebbe essere passato attraverso l’area, almeno fino a quando non sarà valutato l’impatto tossico dello sversamento.
Non si conoscono ancora a fondo gli effetti dello sversamento di condensato e di altre sostanze inquinanti, avvenute sia dopo lo scontro della petroliera Sanchi con la nave cargo CF Crystal al largo delle coste della Cina, sia a seguito del suo affondamento.
La petroliera che trasportava 136.000 tonnellate di condensato è affondata lo scorso week end dopo quasi due settimane dall’incidente.
Il peggiore disastro degli ultimi decenni ha prodotto due pennacchi visibili che coprono quasi 100 chilometri quadrati sulla superficie del Mar Cinese orientale, ma gli esperti di catastrofi marittime dicono che questa è solo la punta dell’iceberg e che probabilmente milioni di pesci saranno già stati contaminati da agenti cancerogeni.
L’entità dell’inquinamento non è chiara perché il condensato non forma una chiazza nera come accade col petrolio greggio, è meno visibile e più solubile, ciò significa che ha un impatto maggiore perché è difficile contenerlo.
La State Oceanic Administration ha prelevato dei campioni di acqua da 19 siti di sversamento e ha scoperto che l’acqua di 5 di essi conteneva tracce di petrolio a livelli superiori agli standard.
Da una parte c’è chi sostiene che il condensato sia evaporato quasi tutto bruciando al momento dell’impatto. Lo sostiene Edward Overton, docente di scienze ambientali della Louisiana State University che ha minimizzato le preoccupazioni, assicurando che i residui saranno minimi e che i danni ambientali non saranno significativi.
Altri scienziati temono però che possano verificarsi altre fuoriuscite pericolose dal relitto affondato – dove il petrolio non può evaporare o bruciare – avvelenando la fauna marina.
Cina e Giappone sono stati criticati per essere stati lenti nel valutare l’impatto ambientale, suggerendo che la loro disputa sul confine marittimo avrebbe complicato la risposta.
Sulla base delle simulazioni, il National Oceanography Centre di Southampton prevede che il pennacchio potrebbe raggiungere il Giappone entro un mese. Altri rapporti hanno suggerito che potrebbe raggiungere anche l’isola di Jeju in Corea del Sud.
“Finché non ci sarà una chiara guida sul monitoraggio, eviterei di mangiare pesce che potrebbe essere passato attraverso questa zona perché potrebbe essere contaminato”, ha detto Simon Boxall dell’Università di Southampton. “Cina e Giappone devono sedersi insieme, riconoscere di avere un problema e mettere al primo posto la sicurezza pubblica”.
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L’affondamento della Sanchi è la più grande fuoriuscita di petroliere dal 1991. Adesso bisognerà capire quali saranno gli effetti sull’ambiente e sulla popolazione.
Francesca Mancuso