Troppo plastica nei mari: la petizione lanciata dal WWF è per un trattato globale vincolante per fermare l’inquinamento marino da plastica
La plastica, di tutte le specie e sotto ogni forma, sta divorando il nostro Pianeta, a causa soprattutto della nostra scriteriata e mostruosa gestione. Ma non tutti sanno che già solo mettendo al bando la plastica monouso si potrebbe ridurre la domanda di plastica del 40%. Inoltre, aumentando il materiale riciclato, si potrebbe abbattere della metà la produzione di plastica vergine.
È il dato che il WWF mette in evidenza nel nuovo report Responsabilità e rendicontazione, le chiavi per risolvere l’inquinamento da plastica, pubblicato al livello globale dall’associazione a meno di una settimana dall’Assemblea delle Nazioni Unite sull’Ambiente (UNEA-4) che si svolgerà a Nairobi dall’11 al 15 marzo. Nel rapporto è chiaro un punto: tutti i soggetti coinvolti nell’economia della plastica devono essere allineati all’obiettivo comune di porre fine alla dispersione in natura e risanare la catena del valore della plastica.
Per appoggiare questa richiesta il WWF ha anche lanciato una petizione a livello mondiale: oltre 250mila cittadini del mondo hanno già chiesto l’adozione di un nuovo Trattato globale sulla plastica per dire basta all’inquinamento che soffoca i nostri oceani e chiedere ai Paesi delle Nazioni Unite di stipulare un Accordo globale che ponga fine alla dispersione di plastica in natura entro il 2030.
I numeri sulla plastica
396 milioni tonnellate di plastica vergine vengono prodotte su scala globale ogni anno, circa 100 milioni di tonnellate (pari a un terzo dei rifiuti plastici prodotti, che ammontano a 310 milioni di tonnellate) vengono disperse in natura al mondo per colpa della scorretta gestione della filiera della plastica (dalla produzione, al consumo, al riciclaggio, allo smaltimento). Se il contesto rimarrà questo, entro il 2030 l’inquinamento da plastica raddoppierà e gli oceani saranno gli habitat più colpiti.
Ma uno scenario #plasticfree dimostra che oggi abbiamo ancora la possibilità di invertire la rotta: entro il 2030, con un approccio più sistemico lungo tutto il ciclo di vita della plastica, si potrebbe ridurre del 57% i rifiuti plastici (pari a 188 milioni di tonnellate di plastica in meno) e il bando della plastica monouso (quella che “vive” meno di 1 anno) potrebbe ridurre la domanda di plastica del 40%. Questo, unito ad una crescita di plastica riciclata, potrebbe abbattere della metà la produzione di plastica vergine.
L’eliminazione del monouso ridurrebbe il carico di plastica nei rifiuti del 57% rispetto all’attuale. Inoltre, migliorare la gestione dei rifiuti e incrementare il riutilizzo mettere in circolo un’economia della plastica priva di forme di inquinamento capace di creare oltre 1 milione di posti di lavoro nella filiera del riciclo e rilavorazione.
“Come cittadini europei abbiamo una grossa responsabilità: l’Europa è il secondo produttore di plastica al mondo e 2,1 milioni di tonnellate di imballaggi di plastica sono consumati ogni anno dagli italiani. Per questo, in un incontro con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, chiediamo che l’Italia sia leader in Europa e nel Mediterraneo per sostenere la risoluzione che chiede di avviare il percorso per un Trattato globale vincolante sull’inquinamento marino da plastica che verrà presentata nell’ambito di UNEA-4. In quell’occasione consegneremo centinaia di migliaia di firme a sostegno delle nostre richieste su scala globale e nazionale”, dichiara Donatella Bianchi, presidente WWF Italia.
La petizione
Il WWF chiede un impegno di tutti i Paesi del mondo e che venga ratificato un nuovo Trattato internazionale per fermare l’inquinamento marino da plastica, che sia legalmente vincolante e stabilisca un obiettivo globale di riduzione, target nazionali di riduzione, meccanismi di rendicontazione condivisi dei risultati conseguiti e che fornisca assistenza tecnica ed economica ai paesi più poveri.
Il miglioramento nella gestione dei rifiuti e l’incremento del riutilizzo potrebbero creare un’economia della plastica priva di forme di inquinamento e anche capace di creare oltre un milione di posti di lavoro nella filiera del riciclo e della rilavorazione della plastica.
Clicca qui per firmare la petizione.
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Germana Carillo