L'Ue ha finalmente annunciato obiettivi giuridicamente vincolanti per tutti gli Stati membri, utili a ripristinare gli ecosistemi naturali. Obiettivi strettamente legati anche alla riduzione dell'uso di pesticidi chimici che saranno vietati nei pressi di scuole, centri sportivi, parchi pubblici e altri luoghi
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La Commissione Europea ha fatto sapere di aver adottato proposte che definisce “pionieristiche” per ripristinare gli ecosistemi danneggiati e riportare al primo posto natura e biodiversità in tutta Europa.
Si attendeva da tempo una spinta decisa da parte dell’Ue nel promuovere una legislazione che, effettivamente, per la prima volta si propone obiettivi concreti di ripristino ambientale (che riguarda non solo foreste e mari ma anche terreni agricoli e ambienti urbani) e di riduzione dell’uso di pesticidi pericolosi.
In merito ai pesticidi poi, c’è un obiettivo davvero importante: non solo ridurre del 50% l’uso entro il 2030 ma anche impedirne l’utilizzo vicino a scuole, centri sportivi e parchi giochi.
La discussione del piano è stata rinviata più volte dalla Commissione europea ma ora le proposte sono state ufficialmente adottate. Leggi anche: Così l’Europa ha rinviato il Piano per dimezzare l’uso di pesticidi sintetici (con la scusa della guerra in Ucraina)
Vediamo allora di quali punti si compone il cosiddetto “Pacchetto natura europeo”, parte del Green deal dell’Ue che include appunto una nuova legislazione per il ripristino ambientale in tutta Europa ma anche la revisione della Direttiva comunitaria sull’uso sostenibile dei pesticidi.
Gli obiettivi proposti dall’Ue per il ripristino degli ecosistemi naturali
Gli obiettivi rilasciati dalla Commissione includono, l’inversione del declino delle popolazioni di impollinatori e il ripristino del 20% della terra e del mare entro il 2030, con tutti gli ecosistemi in fase di ripristino entro il 2050.
Più nello specifico, gli obiettivi sono:
- Invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030: per poi aumentarle da lì in poi
- Nessuna perdita di spazi verdi urbani entro il 2030: ma anzi un aumento del 5% entro il 2050 (con un minimo del 10% di copertura arborea in ogni città, paese e periferia europea) e guadagno netto di spazio verde integrato a edifici e infrastrutture
- Negli ecosistemi agricoli: aumento generale della biodiversità e una tendenza positiva per la popolazione di farfalle e uccelli, ma anche per il carbonio organico nei suoli minerali dei terreni coltivati e le caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità sui terreni agricoli
- Ripristino e reinumidimento di torbiere drenate ad uso agricolo e in siti di estrazione della torba
- Negli ecosistemi forestali: aumento generale della biodiversità e una tendenza positiva per la connettività forestale, legno morto, quota di foreste irregolari, uccelli e stock di carbonio organico
- Ripristino di habitat marini: come fanerogame marine o fondali di sedimenti e ripristino degli habitat di specie marine come delfini e focene, squali e uccelli marini
- Rimozione delle barriere fluviali: così che almeno 25mila chilometri di fiumi possano essere trasformati in fiumi a flusso libero entro il 2030
Gli obiettivi per la riduzione dei pesticidi
Come dicevamo, c’è anche l’importantissimo discorso sui pesticidi. L’Ue intende ridurne l’uso, introducendo regole forti che garantiscano anche sistemi alimentari più sostenibili entro il 2030.
Come scrive la Commissione europea:
La proposta aiuterà a costruire sistemi alimentari sostenibili in linea con il Green Deal europeo e la strategia dal produttore alla tavola, garantendo nel contempo una sicurezza alimentare duratura e proteggendo la nostra salute.
La riduzione dei pesticidi – l’Ue finalmente sembra averlo compreso appieno – è fondamentale in quanto queste sostanze, oltre che a favorire la perdita di biodiversità, sono pericolose per la nostra salute:
I pesticidi chimici danneggiano la salute umana e causano il declino della biodiversità nelle aree agricole. Contaminano l’aria, l’acqua e l’ambiente in generale. La Commissione propone pertanto regole chiare e vincolanti.
Si tratta di:
- Obiettivi giuridicamente vincolanti a livello dell’Ue ma anche nazionali: per ridurre del 50% l’uso di pesticidi chimici (in particolare quelli più pericolosi) entro il 2030. Gli Stati membri fisseranno i propri obiettivi nazionali di riduzione entro parametri definiti per garantire che l’intera Ue riesca a raggiungere ciò che si è prefissa.
- Nuove regole rigorose sul controllo dei parassiti che siano rispettose dell’ambiente: nuove misure garantiranno che agricoltori e altri utilizzatori professionali di pesticidi pratichino la gestione integrata dei parassiti (IPM). In questo contesto, i pesticidi chimici potranno essere usati solo come “ultima spiaggia”. Si include in questo punto anche la tenuta dei registri obbligatoria per gli agricoltori e altri utenti professionali. Inoltre, gli Stati membri devono stabilire norme specifiche per le colture che individuino alternative valide ai pesticidi chimici.
- Divieto di tutti i pesticidi nelle aree sensibili: questo punto è particolarmente interessante in quanto l’uso di tutti i pesticidi sarà vietato in luoghi come aree verdi urbane (ad esempio parchi o giardini pubblici), parchi giochi, scuole, campi ricreativi o sportivi, percorsi pubblici e aree protette secondo Natura 2000 e in qualsiasi area in cui è fondamentale proteggere gli impollinatori.
Come scrive la Commissione:
La proposta trasforma la direttiva esistente in un regolamento che sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri . Ciò affronterà i problemi persistenti con l’attuazione debole e diseguale delle norme esistenti nell’ultimo decennio. Gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione relazioni annuali dettagliate sullo stato di avanzamento e sull’attuazione.
I prossimi passi
Entrambe le proposte saranno ora discusse dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Dopo l’adozione, l’attuazione sarà graduale: le misure di ripristino della natura dovranno essere messe in atto entro il 2050, mentre gli obiettivi sui pesticidi dovrebbero essere raggiunti entro il 2030.
I vantaggi di tutte queste novità, a detta dell’Ue, saranno evidenti:
Queste proposte rafforzeranno la resilienza e la sicurezza alimentare dell’Europa a medio termine, poiché man mano che le popolazioni di impollinatori diventeranno più sane e più abbondanti, l’erosione del suolo diminuirà e la ritenzione idrica migliorerà e il nostro ambiente naturale diventerà più pulito e sempre più privo di sostanze tossiche. Ridurrà inoltre la dipendenza degli agricoltori da input costosi, come i pesticidi chimici, sostenendo cibo a prezzi accessibili per tutti gli europei.
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Fonte: European Commission
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