L’Unione europea ha perso un’importante occasione: quella di mettere al bando definitivamente il Sulfoxaflor, famigerato pesticida considerato altamente tossico per le api e i bombi, impollinatori preziosi per la biodiversità. Il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi non è infatti riuscito a raggiungere la maggioranza qualificata necessaria per approvare la proposta della Commissione europea, che chiedeva il divieto di usare la sostanza.
Il dibattito sulla questione va avanti da circa un anno e sul controverso pesticida sono state presentate diverse denunce in cui si segnala il pericolo rappresentato per gli insetti impollinatori.
Le conclusioni scientifiche dell’Efsa mostrano che l’uso all’aperto di Sulfoxaflor può essere dannoso per i bombi e le api solitarie – ha dichiarato la commissaria europea alla Salute e alla sicurezza alimentare Stella Kyriakides –. È nostra responsabilità e della massima importanza proteggere i nostri impollinatori e la nostra biodiversità per la nostra e le generazioni future.
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Che cos’è il Sulfoxaflor e perché è così controverso
Il Sulfoxaflor rientra tra i pesticidi di nuova generazione e fa parte della famiglia dei neonicotinoidi. La sostanza era stata approvata dall’Ue nel 2015, a patto che alla Commissione venissero forniti ulteriori dati sulla pericolosità per le api.
Diversi studi condotti sul Sulfoxaflor hanno confermato che l’insetticida è tossico per gli insetti impollinatori in tutte le fasi della vita ed è in grado di danneggiare api mellifere e bombi, anche a basse dosi. Nel 2020 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che nel 2020 ha pubblicato un nuovo parere negativo, dopo che è stato identificato un rischio elevato per le api da miele sia all’interno che ai margini dei campi (il che indica che gli usi esterni di questa sostanza non possono essere legalmente approvati).
Perfino la Francia un paio di anni fa ha deciso di mettere al bando questo pericoloso pesticida. Ma in Unione europea il suo uso continua ad essere permesso e a farne le spese sono i preziosi insetti impollinatori, che devono già fare i conti con l’inquinamento e le conseguenze nefaste della crisi climatica.
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Fonte: European Commission
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