Perché il terremoto nelle Marche è stato avvertito persino a Venezia e Bari (ed è escluso il rischio tsunami)

Il forte sisma di questa mattina, localizzato al largo di Senigallia, ha svegliato bruscamente non soltanto i cittadini delle Marche ma decine di migliaia di persone che vivono in Regioni lontane, come il Veneto. Come mai? E perché non corriamo il pericolo di uno tsnunami?

Il violento sisma avvenuto oggi al largo della costa delle Marche intorno alle 7 è stato avvertito nitidamente dagli abitanti di numerose regioni: non soltanto quelle confinanti come l’Emilia-Romagna e l’Umbria, ma anche in territori molto più distanti. Le segnalazioni legate al sisma di magnitudo 5.7 sono arrivate anche da città come Bari, Venezia e Bolzano.

Ma com’è possibile che una scossa avvenuta in mare a tale distanza sia stata percepita con questa intensità? A chiarire questo dubbio è, Alessandro Amato, esperto dell’INGV (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), che spiega:

Stiamo nella placca adriatica, in quella struttura geologica compatta, rigida, che va dal Mare Adriatico, a partire dalla Puglia, fino sotto la pianura Padana, sotto l’Appennino e arriva fino sotto le Alpi orientali, e sappiamo che trasmette molto bene l’energia elastica.
Quindi quando c’è un terremoto lì, la propagazione dell’onda è molto efficace e si avverte a distanza molto grande.

Tanta paura, ma nessun maremoto in arrivo

Come sottolineato dal sismologo e geologo, i piccoli danni (come i crolli alla stazione di Ancona) che si sono registrati nelle Marche “sono dovuti allo scuotimento nei primi 20-30 km intorno all’epicentro”.

Se fosse stato più sotto la costa sarebbe stato localmente più forte. – aggiunge Amato – Il sisma è generato da una faglia di compressione, un po’ l’opposto di quello che avviene in Appennino dove le faglie sono di estensione. Qui invece è di avvicinamento della parte adriatica verso l’Italia, un accorciamento frontale.

Trattandosi di un terremoto avvenuto in mare (ad una profondità di soli 8 km), molti hanno temuto l’arrivo di onde anomale. Ma per fortuna almeno in questo caso non c’è nessun rischio maremoti, come specificato da Alessandro Amato, che coordina il centro allerta tsunami dell’INGV.

Ci sarebbe stato con una magnitudo più grande di 6.5. – chiarisce – Il messaggio che abbiamo diramato si attiva per terremoti di 5.5 in mare o lungo la costa nel Mediterraneo. Se ci fosse stato uno Tsunami si sarebbe sviluppato pochi minuti dopo.

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Fonte: Ansa

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