La Groenlandia estende la detenzione preventiva: Paul Watson resta in carcere. Ma noi siamo al suo fianco

Brutte notizie per Paul Watson e per l'ambientalismo: la Groenlandia ha deciso di prolungare la detenzione preventiva dell'attivista, ignorando le prove video presentate dalla difesa. Watson, che ha già trascorso 73 giorni in prigione, lancia un appello per la difesa degli oceani e del diritto all'attivismo

La battaglia legale di Paul Watson, fondatore della Sea Shepherd Conservation Society, continua tra mille difficoltà. La giustizia groenlandese ha deciso di estendere la sua detenzione preventiva, nell’istituto penitenziario di Nuuk, fino al 23 ottobre, negando la possibilità di presentare prove video a sua discolpa. Una decisione che sta suscitato indignazione e preoccupazione.

Questo è il mio 73° giorno in prigione“, ha dichiarato Watson in un accorato appello. “Ho perso i compleanni dei miei figli, che hanno appena compiuto 3 e 8 anni. I miei accusatori sono criminali, e non è solo la mia opinione: lo dice il tribunale internazionale di Giustizia e la Corte Federale Australiana”.

L’attivista si riferisce alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 2014, che ha stabilito l’illegalità del programma di caccia alle balene giapponese in Antartide, e alla condanna della Corte Federale Australiana nei confronti della compagnia baleniera giapponese Kyodo Senpaku Kaisha per aver ucciso balene in un santuario protetto.

Nonostante le argomentazioni presentate dalla difesa, il giudice ha ritenuto “soddisfatti i requisiti per l’estradizione” e ha negato la presentazione di prove video che dimostrerebbero l’innocenza di Watson. Il procuratore ha basato la sua richiesta di estradizione sulla presenza di Watson durante un’azione di protesta del 2010, in cui l’attivista Pete Bethune lanciò una bomba puzzolente contro una nave baleniera.

Le misure di detenzione sono eccessive“, ha dichiarato l’avvocato di Watson, sottolineando l’infondatezza delle accuse e la sproporzione della pena rispetto ai fatti contestati.

Watson, icona della lotta alla caccia alle balene, si trova in carcere dal 21 luglio scorso, a seguito di un mandato di arresto internazionale emesso dal Giappone, che lo accusa di aver ostacolato le attività di una nave baleniera nel 2010.

Ma l’impegno di Watson nella difesa delle balene continua e ha bisogno del supporto di tutti. Come ha dichiarato lo stesso attivista: “Questa battaglia non riguarda solo me, ma il futuro degli oceani e la difesa dei diritti umani e dell’attivismo ambientale”.

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