Il Pontefice sarà impegnato per 12 giorni in Asia e Oceania, per puntare i riflettori sui cambiamenti climatici e le sfide ambientali critiche che colpiscono soprattutto queste aree del pianeta
Papa Francesco parte oggi per un viaggio senza precedenti, il più lungo della sua storia pontificia, che lo porterà a visitare in soli 12 giorni Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore.
Il tour, che abbraccia circa 33.000 chilometri, è molto più di una semplice visita pastorale: rappresenta un forte richiamo all’azione globale contro i cambiamenti climatici, un tema che il Papa ha sempre voluto al centro della sua agenda.
Oggi inizio un viaggio apostolico in alcuni Paesi dell’Asia e dell’Oceania. Per favore pregate per il frutto di questo viaggio.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) September 2, 2024
Il viaggio di Papa Francesco si svolge in una regione estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici, con nazioni insulari e costiere che già oggi affrontano gravi conseguenze ambientali.
In Indonesia, il primo Paese toccato dal suo itinerario, il problema dell’innalzamento del livello del mare è particolarmente evidente. Oltre 17.000 isole, l’arcipelago indonesiano vede minacciate molte delle sue terre più basse, tanto che il governo ha avviato il trasferimento della capitale da Giacarta a Nusantara, una nuova città da 32 miliardi di dollari in costruzione nella giungla del Kalimantan orientale (Borneo), per evitare il progressivo sprofondamento della vecchia capitale.
La situazione è simile anche a Singapore, dove le previsioni indicano un innalzamento del livello del mare di oltre un metro entro la fine del secolo, con potenziali ripercussioni disastrose per la sicurezza del territorio e delle infrastrutture. Le sfide non si fermano qui: il riscaldamento globale e l’aumento delle temperature stanno mettendo a dura prova la salute pubblica e l’economia della città-stato, con la prospettiva di estati sempre più torride e ondate di calore letali.
Le piogge torrenziali e la minaccia delle frane
Oltre all’innalzamento del livello del mare, il Papa ha sottolineato anche i rischi legati all’intensificazione delle piogge e delle inondazioni, che stanno diventando sempre più frequenti e violente con l’aumento delle temperature globali. A maggio di quest’anno, la Papua Nuova Guinea è stata teatro di una frana catastrofica che ha seppellito vive più di 2.000 persone, un evento tragico che ha messo in luce l’estrema vulnerabilità del paese agli eventi climatici estremi.
Timor Est, un altro Paese che sarà visitato da Papa Francesco, ha sperimentato nel 2021 la peggiore inondazione degli ultimi cinquant’anni, un evento che ha messo in ginocchio il Paese e ha evidenziato l’urgenza di rafforzare la resilienza alle condizioni meteorologiche estreme. Questo piccolo Stato insulare si trova ora di fronte a un futuro incerto, con rischi crescenti per la sicurezza alimentare e idrica dovuti all’alternanza di piogge torrenziali e siccità prolungate.
L’impatto del calore e il degrado delle barriere coralline
Il calore estremo è un’altra delle preoccupazioni principali di Papa Francesco, che in un recente videomessaggio ha paragonato la Terra a un malato con la “febbre”.
L'allarme di Papa Francesco: "La Terra ha la febbre"
#Ambiente #PapaFrancesco torna ancora una volta sui temi ambientali, in occasione della Giornata di Preghiera per il Creato, domani 1° settembre. Alba Arcuri #GR1
Posted by Radio1 Rai on Saturday, August 31, 2024
I Paesi del sud-est asiatico e del Pacifico sono particolarmente esposti alle ondate di calore, con impatti devastanti sulla salute pubblica, sull’agricoltura e sull’economia. Timor Est, in particolare, vede minacciata la sua economia dall’aumento delle temperature oceaniche, che stanno uccidendo le barriere coralline, cruciali per l’industria della pesca locale.
Anche a Singapore, le prospettive sono allarmanti: le temperature medie potrebbero aumentare fino a 5 °C entro la fine del secolo se non si riuscirà a ridurre drasticamente le emissioni globali di gas serra. Questo scenario potrebbe trasformare l’isola in una vera e propria “pentola a pressione”, con conseguenze devastanti per la salute e il benessere dei suoi abitanti.
Un appello globale
Questo viaggio di Papa Francesco non è solo un richiamo alla solidarietà e all’azione per i fedeli cattolici, ma un appello globale per affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo: il cambiamento climatico. Con oltre 40 eventi programmati durante il tour, Francesco intende portare l’attenzione internazionale sulle minacce che incombono su queste regioni vulnerabili, ribadendo l’importanza di un’azione collettiva e immediata per proteggere il nostro pianeta.
Nel corso del suo viaggio, Papa Francesco terrà incontri con leader politici, religiosi e comunità locali, sottolineando la necessità di una cooperazione interreligiosa e intergovernativa per affrontare i problemi climatici. La scelta dell’area dell’Asia-Pacifico come destinazione per questo importante tour non è casuale: si tratta di una regione in cui le conseguenze del cambiamento climatico sono già una realtà tangibile e dove la necessità di interventi immediati è più urgente che mai.
Un ponte tra religioni
Oltre alla questione climatica, il viaggio di Papa Francesco è anche un’occasione per promuovere il dialogo interreligioso, in particolare tra cattolici e musulmani. In Indonesia, il Papa parteciperà a un incontro interreligioso presso la moschea Istiqlal di Giacarta, la più grande del sud-est asiatico, ribadendo l’importanza della pace e della comprensione reciproca in un mondo sempre più diviso.
Questa visita assume quindi una doppia valenza: da un lato, rappresenta un monito urgente per la comunità internazionale ad agire contro i cambiamenti climatici; dall’altro, è un messaggio di speranza e dialogo, in linea con l’impegno di Papa Francesco per costruire ponti tra le diverse fedi e culture del mondo.
Il viaggio climatico di Papa Francesco nell’Asia-Pacifico rappresenta un momento cruciale per sensibilizzare il mondo sulle sfide ambientali che minacciano il futuro del nostro pianeta. In una regione già duramente colpita dai cambiamenti climatici, il Papa porta un messaggio di urgenza, solidarietà e speranza, ricordando a tutti noi la necessità di proteggere la nostra “casa comune” prima che sia troppo tardi.
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