Pacific Garbage Patch: scoperto da dove provengono i rifiuti dell’isola di plastica più grande del mondo

Il Pacific Trash Vortex, ovvero l'isola di rifiuti di plastica più grande del Pianeta, continua a crescere in maniera inquietante di anno in anno. Da dove deriva questa mole impressionante di spazzatura? La risposta arriva da un nuovo studio, che ha individuato i 4 Paesi maggiormente responsabili dell'inquinamento di quest'area del Pacifico

Si trova nell’Oceano Pacifico, tra la California e l’Arcipelago Hawaiano, ed è tristamente nota per essere “l’isola di plastica più grande al mondo”. Il Pacific Garbage Patch è un vero e proprio gigantesco ammasso di rifiuti galleggianti (costituiti da reti da pesca, e oggetti plastici di ogni sorta), che si estende su un’area pari a quella di tutta la Penisola iberica.

Ma da dove proviene esattamente tutta questa spazzatura che sta avvelenando l’ecosistema oceanico? Se lo chiedono da tempo esperti e associazioni che monitorano quella che è una vera e propria bomba ad orologeria per l’ambiente.

Adesso una risposta più esaustiva arriva da un recente studio realizzato dall’Ong The Ocean CleanUp in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Wageningen (Paesi Bassi). Dal loro monitoraggio è emerso che la maggior parte dei rifiuti è riconducibile al settore della pesca e proviene principalmente da quattro Paesi.

I 4 Paesi principali da cui provengono i rifiuti presenti nell’isola di plastica

Il lavoro di ricerca, i cui risultati sono apparsi su Scientific Reports, è stato avviato nel 2019. Da allora gli studiosi hanno recuperato 6.000 detriti di plastica dal diametro superiore a 5 centimetri (per un peso totale di oltre mezza tonnellata), che sono poi stati analizzati.

Due terzi degli oggetti prelevati dall’oceano erano rappresentati da attrezzi da pesca, in particolare boe, secchi, reti, contenitori, trappole per anguille e ceste. Il team di ricercatori ha anche cercato di risalire all’età dei vari rifiuti. Quasi la metà, il 49%,  degli oggetti di plastica in questione sono stati prodotti nel corso del 20° secolo, mentre il rifiuto più antico rinvenuto è stata una boa, risalente al 1966.

rifiuti isola plastica pacifico

©The Ocean CleanUp

Ma quali sono i Paesi d’origine dei rifiuti che formano Pacific Garbage Patch? Le nazioni maggiormente responsabili dell’inquinamento da plastica nel Pacifico sono quattro, come emerso dalla ricerca.

Al primo posto troviamo il Giappone, al quale è legata la provenienza del 34% dei rifiuti presi in esame. A seguire c’è la Cina, con il 32% degli oggetti rifiuti. Al terzo posto, invece, si piazza la Corea del Sud con una percentuale del 9,9%. Infine troviamo gli Stati Uniti (6,5%).

origine rifiuti isola plastica

©The Ocean CleanUp

Per pulire completamente i nostri oceani di plastica è necessario prima sapere dove e come la plastica entra nell’oceano e cosa succede una volta che è lì. – sottolineano gli attivisti dell’associazione The Ocean ClenUp – Questa conoscenza è particolarmente rilevante per gli oggetti di plastica galleggianti che possono essere trasportati su grandi distanze in mare, creando un problema transfrontaliero, visto che le regioni o le nazioni che subiscono il maggior impatto ambientale spesso non sono gli inquinatori originali.

Per creare strategie di mitigazione efficaci ed efficienti contro l’inquinamento da plastica negli oceani è necessario scoprire i punti di ingresso precisi dei detriti di plastica che persistono nelle acque, da dove viene prodotta quella plastica e quali pratiche (commerciali, culturali o industriali) stanno contribuendo al suo accumulo in mare.

Uno studio scientifico pubblicato qualche mese fa ha rivelato come il Pacific Garbage Patch non sia soltanto un agglomerato di rifiuti plastici, ma si caratterizzi per un’elevata concentrazione di organismi marini. Il che rende più difficile e delicate le operazioni di recupero dei materiali inquinanti da quest’area del Pacifico.

Fonti: Scientific Reports

Ti potrebbero interessare anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram