La neve illuminata e sciolta dal calore del sole è la principale fonte di bromo atmosferico nella regione artica, la chiave delle reazioni chimiche che distruggono lo strato di ozono. I cambiamenti climatici dell'Artico dunque fanno sentire la loro influenza in tutto il resto del pianeta
La neve illuminata e sciolta dal calore del sole è la principale fonte di bromo atmosferico nella regione artica, la chiave delle reazioni chimiche che distruggono lo strato di ozono della bassa atmosfera. I cambiamenti climatici dell’Artico dunque fanno sentire la loro influenza in tutto il resto del pianeta.
La scoperta del team della Purdue University suggerisce che il rapido cambiamento del clima artico – dove le temperature di superficie sono in aumento tre volte più velocemente rispetto alla media globale – potrebbe cambiare radicalmente la chimica atmosferica dell’area.
L’ozono nella bassa atmosfera è diverso da quello stratosferico che protegge il pianeta. È un gas serra tossico sia per gli esseri umani che per le piante, ma è anche un agente di pulizia fondamentale dell’atmosfera. Le interazioni tra luce solare, ozono e vapore acqueo creano infatti un “agente ossidante” che toglie all’atmosfera la maggior parte degli inquinanti rilasciati dalle attività umane.
Le temperature ai poli sono troppo fredde affinché possa esserci abbondante vapore acqueo. Nell’Artico questo processo di pulizia dunque avviene attraverso le reazioni chimiche che avvengono sulle superfici ghiacciate e che coinvolgono il bromo, un gas alogeno derivato dal sale marino. Quando il bromo gassoso viene rilasciato nell’atmosfera a seguito dello scioglimento della neve, distrugge l’ozono.
Paul Shepson, professore di chimica che ha guidato il team negli studi a Barrow in Alaska, ha spiegato: “Stiamo tentando in fretta di capire esattamente ciò che accade nella regione artica e come ciò influisce sul pianeta, perché è un equilibrio delicato”.
Per appurare che la luce solare attiva il rilascio di bromo dalla neve, il team di ricercatori ha eseguito 10 esperimenti con campioni di neve e ghiaccio contenuti in una “camera di neve”, un contenitore realizzato in alluminio con uno speciale rivestimento per evitare reazioni di superficie. All’aria pulita, con e senza ozono, è stato permesso di fluire attraverso la camera. Dalle analisi il team ha scoperto che i sali del mare e gli acidi della foschia artica si incontrano sulla superficie ghiacciata della neve, dando luogo a reazioni chimiche uniche, che moltiplicano rapidamente la quantità di gas bromo presente nell’atmosfera.
Sebbene fosse noto che vi è bromo nell’atmosfera delle regioni polari, l’origine specifica del gas è rimasta in dubbio per diversi decenni. Fino a quando il team ha esaminato il ghiaccio marino e la neve e ha scoperto che la fonte del bromo era proprio la neve superficiale sciolta dal sole.
“Nell’Artico, il cambiamento climatico sta avvenendo a un ritmo accelerato”, ha detto Pratt. “Un grande quesito è cosa succederà alla composizione atmosferica nella regione artica quando l’aumento delle temperature provocherà un declino del ghiaccio ancora più abbondante.”
Francesca Mancuso
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