Oggi è l'Overshooot Day. In pratica, da questo momento le risorse naturali sono “in rosso”: l'umanità ha già consumato tutte le risorse che aveva a disposizione per l'ntero 2011. Il mondo, da domani inizierà ad intaccare quelle del 2012: si stima che per quest'anno l'umanità userà in totale il 135% delle risorse naturali che la terra riesce a generare.
A pagare le spese del deficit ecologico saranno soprattutto le foreste, che devono assorbire l’anidride carbonica in più, la qualità dell’aria, messa a dura prova dal maggior inquinamento, gli oceani, sottoposti allo scarico di rifiuti e al sovrasfruttamento degli stock ittici. E, neanche a dirlo, ci sarà un impatto maggiore dei cambiamenti climatici.
A rivelarlo è l’organizzazione non governativa Global Footprint Network, che promuove la scienza della sostenibilità lavorando sull’impronta ecologica. Secondo una metodologia che calcola il rapporto tra ciò che consumiamo del pianeta e ciò che il pianeta è in grado di generare, digerire, riprodurre, il “budget” è finito.
Si chiama Earth Overshoot Day (Eod), il giorno di pareggio tra risorse disponibili e consumi. Un giorno che, nel modello calcolato, doveva essere il 31 dicembre, ma che è arrivato con più di 3 mesi di anticipo: da oggi il pianeta si impoverisce senza rigenerarsi.
“Il segnale che ci proviene dall’Overshoot Day del Global Footprint Network –ha detto Gianfranco Bologna, direttore scientifico WWF Italia- è molto chiaro e costituisce uno stimolo fortissimo per accelerare la trasformazione del nostro sistema economico verso una strada di sostenibilità e di una nuova economia che metta al centro il valore del capitale naturale, senza il quale non esiste benessere e sviluppo economico nelle nostre società”.
I calcoli del Global Footprint Network mostrano che per la vita che stiamo conducendo ora avremmo bisogno di 1,5 pianeti e che prima della metà del secolo richiederemo risorse per ben 2 pianeti. Ma noi di terra ne abbiamo una sola ed è giunto il momento di attivarsi per ridurre la propria impronta.
Per facilitare questo compito sul sito del WWF Italia sono a disposizione due programmi interattivi per calcolare quanto “pesano” sul pianeta le nostre abitudini quotidiane, dando indicazioni molto concrete su come fare per alleggerire il carico. Uno è il “carrello della spesa”, per calcolare il prezzo ambientale del cibo che arriva sulle proprie tavole in termini di emissioni di gas a effetto serra e di consumo di acqua. Attraverso questa piattaforma, i consumatori possono acquistare virtualmente frutta, verdura, carne, pesce e altri prodotti, ricevendo alla cassa uno “scontrino” che riporta l’impronta idrica e di carbonio dei propri acquisti, insieme a consigli su come ridurre il proprio impatto ambientale scegliendo menù “green” a basso consumo di acqua e CO2. L’altro programma è il calcolatore dell’impronta di carbonio, per scoprire quanto le attività quotidiane contribuiscano alle emissioni di anidride carbonica nell’arco di un anno e quanto incrementino i cambiamenti climatici.
Quindi, è giusto sperare in un miglioramento tecnologico, in una maggiore efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, ma non possiamo pensare di vincere questa partita senza intervenire anche sugli stili di vita. Cambiare rotta è possibile, ma è un percorso che dobbiamo cominciare subito, partendo dalle nostre abitudini. Partendo dal “ME” per arrivare al “NOI”.