Trivelle in Adriatico: l’emendamento che cancella Ombrina Mare

Forse Ombrina Mare non vedrà mai la luce. La raffineria galleggiante prevista nelle acque dell'Adriatico potrebbe non essere mai realizzata. Dopo una serie di batti e ribatti, il Governo ha presentato un emendamento alla Legge di Stabilità 2016 per riportare oltre le 12 miglia le attività petrolifere nell'Adriatico

Forse Ombrina Mare non vedrà mai la luce. La raffineria galleggiante prevista nelle acque dell’Adriatico potrebbe non essere mai realizzata. Dopo una serie di batti e ribatti, il Governo ha presentato un emendamento alla Legge di Stabilità 2016 per riportare oltre le 12 miglia le attività petrolifere nell’Adriatico.

Il progetto Ombrina mare di Rockhopper, lo ricordiamo, prevede una nave lunga 350 metri e larga 30 che ha al proprio interno una raffineria. L’imbarcazione, secondo i piani, sarebbe ormeggiata di fronte alla Costa dei Trabocchi, a Chieti, per la bellezza di 24 anni.

Ma il dietrofront del Governo sulle norme pro-tivelle potrebbe allontanare questa minaccia. Un successo per le associazioni che negli ultimi mesi si erano battute per scongiurare questo rischio e per evitare l’installazione della nuova piattaforma galleggiante a due passi dal nuovo parco marino, che aspetta solo di essere ratificato da Roma.

“Con la presentazione di tre emendamenti alla Legge di Stabilità 2016 il Governo fa un importante passo indietro e ammette di aver sacrificato sinora lo sviluppo sostenibile del Paese agli interessi dei petrolieri” è stato il commento congiunto di FAI, Greenpeace, Legambiente; Marevivo, Touring Club Italiano e WWF.

Un’ammissione di colpa quella del Governo, che con il nuovo emendamento di fatto ha ammesso che progetti come Omrbina Mare non possono essere considerati “strategici”.

ombrina raffineria 2

“Questo dimostra quanto improvvisate e strumentali fossero le norme pro-petrolieri, che hanno messo a rischio l’ambiente marino e le economie del mare (turismo e pesca), pur di andare a sfruttare giacimenti che non risolvono i nostri problemi energetici (le riserve petrolifere individuate nei nostri fondali coprirebbero il fabbisogno nazionale solo per 7 settimane). Ora, dopo gli impegni assunti a Parigi, ci auguriamo che il Governo abbandoni la ricerca selvaggia e improduttiva agli idrocarburi e butti nel cestino la Strategia Energetica Nazionale (SEN), pro-fossili, prendendo finalmente la strada maestra di un Piano per il clima e l’energia che punti alla de carbonizzazione dell’economia” sostengono le associazioni.

La speranza adesso è che gli emendamenti presentati alla Camera possano essere approvati nei prossimi giorni con le ultime correzioni necessarie.

Incrociamo le dita.

Francesca Mancuso

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