Oltre 3.380 Comuni italiani respirano aria inquinata, e il tuo? Scoprilo e aderisci ad Aria Pulita

Se il tuo Comune rientra tra quelli che hanno violato le norme UE e sforato gli standard di qualità dell’aria, è ora di agire! Puoi aderire a un’azione collettiva e richiedere un risarcimento danni fino a 99 euro al giorno per ogni anno in cui hai vissuto in quel Comune

Ora è possibile agire contro l’ingiustizia di dover vivere in zone in cui l’aria che si respira è irrimediabilmente inquinata. Tramite un’azione collettiva contro lo Stato italiano, è possibile chiedere un risarcimento per la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre derivante dal mancato rispetto dei parametri imposti dalle direttive europee per garantire un’aria pulita!

È esattamente questo lo scopo di Consulcesi, il network legale che difende e tutela la salute dei cittadini, a partire proprio da quelli esposti ai pericolosi livelli di inquinamento atmosferico.

Grazie a loro, chi vive in zone in cui, dal 2008 al 2018, sia stato accertato il superamento dei limiti delle particelle inquinanti contenute nell’aria (PM10 e NO2), può aderire ad “Aria Pulita”, una grande azione collettiva volta a difendere il diritto dei cittadini a vivere in un ambiente salubre, con la possibilità di ottenere fino a 36 mila euro di risarcimento per ogni anno vissuto in un Comune inquinato.

L’inquinamento e l’eco-ansia, ecco perché dobbiamo agire

consulcesi

I numeri forniti dall’Agenzia Europa per l’ambiente (EEA) parlano chiaro: solo 127 delle 323 città europee hanno mostrato livelli accettabili di PM 2.5. Ciò significa che più della metà delle città europee è avvelenata dall’inquinamento atmosferico.

Ma ne siamo consapevoli? Non esattamente se consideriamo che in Italia la valutazione della qualità dell’aria è regolata dal D.Lgs 155/2010 (e successive modificazioni) e che nella maggior parte dei casi i limiti previsti dalla legge vengono disattesi.

Motivo per cui la Corte di Giustizia Europea, con due storiche sentenze (sentenza C‑644-18 del 10/11/2020 e sentenza C 573-19 del 12/05/2022), ha richiamato e condannato il nostro Paese per aver superato dal 2008 al 2018 i limiti dei valori di PM10 (particolato atmosferico) e NO2 (biossido di azoto) nell’aria, indicati nella Direttiva 2008/50/CE, poi recepita proprio nel D.Lgs. n.155/2010.

Oltre al danno, la beffa: ad aggiungersi a questa ingiustizia ci sono anche paura, rabbia e senso di colpa legati alla consapevolezza degli effetti dell’inquinamento sull’ambiente e sulla salute. Un dato di tale portata ed impatto da portare gli psicologi a riassumere questa crescente ondata di stress e angoscia tra gli italiani con il termine di “eco-ansia”. La paura, specialmente dei più giovani, che vede i disastrosi cambiamenti climatici legati a doppio filo con il proprio futuro.

Cosa possiamo fare? Modificare i nostri stili di vita non basta, ma possiamo far sentire la nostra voce con una azione collettiva.

Consulcesi ha intercettato questo bisogno di “aria pulita” e ha deciso di reindirizzare questo forte sentimento in un’iniziativa che possa essere motore di cambiamento delle politiche ambientali e sanitarie in Italia.

Cos’è e come funziona “Aria Pulita”

Aria Pulitaè dunque una grande azione collettiva che possono intraprendere tutti i cittadini che desiderino un Pianeta più sano. Lo scopo è infatti quello di accertare la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre: in pratica, chi vive in zone in cui sia stato accertato dal 2008 al 2018 il superamento dei limiti delle particelle inquinanti contenute nell’aria ha diritto a fare richiesta di risarcimento del danno.

Secondo le stime di Consulcesi, sono 3.384 i Comuni italiani compresi nelle violazioni accertate dall’Europa per un totale di più di 40 milioni di residenti.

Come funziona?

Basta andare sul sito di Aria Pulita e verificare se il proprio Comune ha registrato i livelli di inquinamento dell’aria superiori ai parametri previsti dalla Direttiva Europea n. 2008/50/CE. Se compare la propria città, ci si potrà poi registrare e aderire all’iniziativa collettiva.

Abbiamo messo a disposizione di tutti, gratuitamente, un tool, uno strumento che semplicemente inserendo il comune di residenza rivela se vengono sforati o meno i limiti imposti dalle direttive della comunità europea per PM10 e NO2, spiega Massimo Tortorella, presidente Consulcesi.

Sul sito dell’azione collettiva (www.aria-pulita.it) è possibile verificare se il proprio Comune rientra tra quelli che hanno violato, secondo l’UE, i parametri di inquinanti nell’aria e unirsi ad “Aria Pulita” facendo sentire la propria voce.

Quanto puoi ottenere con l’azione collettiva?

È possibile richiedere e ottenere un risarcimento di 36.000 euro ogni anno in si è vissuto in un Comune inquinato che non abbia rispettato i parametri imposti dalla Direttiva Europea. Nello specifico, si stima un risarcimento fino a 99 euro al giorno, che andrà moltiplicato per ogni giorno di ciascun anno relativo al periodo di violazione.

Con la nostra azione collettiva non puntiamo solo a chiedere un rimborso per quanti sono stati esposti ai danni dell’inquinamento, ma a stimolare politiche e azioni concrete per migliorare la qualità dell’aria e, in generale, la salute dell’ambiente, sottolinea ancora Tortorella. È importante per noi oggi e lo sarà di più per i nostri figli e le generazioni future ancora.

La registrazione è gratuita, mentre aderire al servizio costa 350 euro, che verranno poi recuperati in caso di risarcimento. Per farne richiesta, infine, è necessario dimostrare la propria residenza per almeno 1 anno nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018, quello cioè in cui la Corte di Giustizia Europea ha accertato la violazione dei limiti in uno o più dei territori coinvolti.

Almeno proviamoci a far valere i nostri diritti!

Leggi anche:

Inquinamento: al via la causa collettiva per tutelare la salute dei cittadini. Come unirti

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram