La deforestazione per la produzione di olio di palma è sempre più grave e non si sta facendo abbastanza per salvare le foreste, gli animali e le popolazioni che scomparirebbero senza questi ambienti naturali.
La deforestazione per la produzione di olio di palma è sempre più grave e non si sta facendo abbastanza per salvare le foreste, gli animali e le popolazioni che scomparirebbero senza questi ambienti naturali.
Per le multinazionali sembra impossibile rinunciare all’olio di palma. Si tratta di un ingrediente molto economico ma con un impatto ambientale devastante. Per rimanere in Italia, Ferrero ha già spiegato di non voler rinunciare all’olio di palma come ingrediente per la Nutella e sta cercando di dipingerlo come sostenibile, quando sappiamo che in realtà non è così.
Se la produzione di olio di palma fosse sostenibile ora l’Unep non si troverebbe a chiedere alle multinazionali di contribuire a proteggere le foreste.
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Unep è il programma dell’Onu per la conservazione dell’ambiente. Finalmente a livello internazionale viene ribadito un messaggio molto importante: gli ecosistemi sono fragili e gli animali, a partire dalle scimmie, sono in pericolo a causa della deforestazione che continua per fare spazio alle palme da olio.
L’Onu ora vorrebbe elaborare un piano per la salvaguardia delle foreste e delle strategie contro la deforestazione in stretta collaborazione con le aziende direttamente coinvolte nel problema, in particolare con i produttori di oli di palma.
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L’annuncio arriva insieme alla pubblicazione del nuovo rapporto Palm Oil Paradox: Sustainable Solutions to Save the Great Apes, che è il risultato di uno studio di due anni sulla produzione dell’olio di palma nel Sud-Est dell’Asia.
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La situazione è così grave che si parla ormai di una vera e propria perdita della biodiversità in Asia a causa della deforestazione per fare spazio alle piantagioni di palme da olio. Ora che la coltivazione delle palme da olio si sta espandendo in Africa, si teme che possa prendere piede un nuovo disastro ambientale. Secondo l’Unep ciò non deve ripetersi.
Il nuovo rapporto è stato presentato in occasione della 14esima riunione della RSPO, la Tavola rotonda per l’olio di palma sostenibile, a Bangkok. Da anni però la reale sostenibilità della certificazione RSPO viene messa in dubbio perché non vieta completamente la deforestazione.
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Dunque in questo momento non sappiamo ancora se si potrà mai parlare di olio di palma sostenibile, nel ricordare che questo ingrediente non viene utilizzato soltanto a livello alimentare ma anche nell’industria dei prodotti di bellezza e dei detersivi.
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Il rapporto Palm Oil Paradox mette in luce che in questo momento gli scimpanzé, i gorilla e gli oranghi del mondo sono classificati come ad alto rischio di estinzione. Ecco allora che per proteggerli è necessario trovare una strategia per allontanare il pericolo della scomparsa di questi animali.
Nel rapporto si parla di non dover ripetere in Africa gli stessi errori commessi in Indonesia nella coltivazione di palme da olio, a partire dalla deforestazione, ma il problema è proprio qui. Non possiamo assolutamente lodare una promessa di impegno per una produzione più sostenibile di olio di palma quando invece si dovrebbe riflettere su un cambio di rotta e sulla riduzione dell’impiego di un ingrediente così discusso sia dal punto di vista dell’ambiente e della salute.
Leggi qui il rapporto sull’olio di palma Palm Oil Paradox.
Marta Albè
Fonte foto: Unep