Continua la campagna delle lobby che ad ogni costo vogliono presentare l’olio di palma come un ingrediente innocuo e sostenibile. Ma l’olio di palma può esserlo davvero? Cosa ci nascondono le aziende che continuano ad utilizzarlo? Una App per riconoscere l’olio di palma sostenibile nei prodotti alimentari serve davvero a tutelare l’ambiente e i consumatori?
Continua la campagna delle lobby che ad ogni costo vogliono presentare l’olio di palma come un ingrediente innocuo e sostenibile. Ma l’olio di palma può esserlo davvero? Cosa ci nascondono le aziende che continuano ad utilizzarlo? Una App per riconoscere l’olio di palma sostenibile nei prodotti alimentari serve davvero a tutelare l’ambiente e i consumatori?
Dallo scorso febbraio l’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile ha dato il via ad una campagna di comunicazione istituzionale nata per raccontare agli italiani cos’è l’olio di palma sostenibile. Una campagna basata sulla discussa certificazione RSPO, le cui regole non sarebbero abbastanza severe per poter garantire un vero stop alla deforestazione.
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Ora la stessa Unione italiana per l’olio di palma sostenibile – che raccoglie le più importanti aziende che utilizzano olio di palma – promette di adottare criteri di sostenibilità ancora più stringenti di quelli attuali. Segno dunque che l’intenzione è di continuare ad utilizzare l’olio di palma, non di affidarsi alle alternative già disponibili, come olio extravergine e olio di girasole.
RSPO ha deciso di presentare in Europa e nel mondo una App per cellulari (Android e iOs) che consentirà di identificare i prodotti che contengono olio di palma considerato sostenibile secondo i criteri legati al marchio della Roundtable on Sustainable Palm Oil.
Oltre alla App pensata per i consumatori, ci sarà un nuovo strumento dedicato alle aziende. Infatti il World Resources Institute ha lanciato il Palm Risk Tool, che servirà per analizzare la catena di fornitura delle aziende in merito all’olio di palma e alla sua provenienza e ‘sostenibilità’.
L’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile garantisce che le aziende che ne fanno parte utilizzano solo olio di palma 100% certificato RSPO. I criteri per la scelta dell’olio di palma sostenibile diventeranno più severi entro i prossimi quattro anni. I consumatori possono davvero fidarsi dell’olio di palma RSPO prima che le regole diventino più stringenti? Il marchio RSPO garantisce fino in fondo la sostenibilità e l’assenza di deforestazione?
Nel contempo diverse aziende italiane hanno già deciso di sostituire l’olio di palma con ingredienti dal minor impatto ambientale (mentre in Indonesia le foreste pluviali continuano a bruciare proprio a causa delle coltivazioni di palme da olio) e che vengono prodotti in luoghi più vicini a noi, come l’olio d’oliva e l’olio di girasole.
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Dunque spetta solo al consumatore la scelta di acquistare oppure no prodotti che contengano olio di palma. Del resto si può vivere benissimo senza merendine, patatine e snack confezionati e altri prodotti industriali che contengono questo ingrediente.
Marta Albè