Sentenza storica in Olanda: condannato per violazione dei diritti umani lo Stato che non fa abbastanza per il clima

Trascinato in Tribunale dai suoi cittadini, lo Stato olandese è stato condannato sulle azioni per il clima: il 20 dicembre la Corte Suprema ha pronunciato una sentenza storica, affermando che la Nazione non ha fatto abbastanza per mitigare i cambiamenti climatici e obbligandola a ridurre le emissioni inquinanti. Per la prima volta è stato invocato lo stretto legame tra le azioni per il clima e i diritti umani

Trascinato in Tribunale dai suoi cittadini, lo Stato olandese è stato condannato sulle azioni per il clima: il 20 dicembre la Corte Suprema ha pronunciato una sentenza storica, affermando che la Nazione non ha fatto abbastanza per mitigare i cambiamenti climatici e obbligandola a ridurre le emissioni inquinanti. Per la prima volta è stato invocato lo stretto legame tra le azioni per il clima e i diritti umani.

Che si stesse andando in quella direzione sembrava ormai una speranza piuttosto concreta, viste le sconfitte che aveva già incassato lo Stato nel corso della lunga battaglia. La causa, intentata dalla ONG Urgenda nel 2013 a nome di 886 cittadini, ha visto infatti la loro prima vittoria nel 2015, alla quale è seguito un ricorso nel 2018. Ma il 20 dicembre anche questo è stato bocciato con la sentenza definitiva.

L’Olanda, in questa lunga battaglia, era stata oggetto di pressioni interne ed esterne. Il Parlamento, a settembre 2015, dopo la prima sconfitta, aveva chiesto al governo di ritirare l’appello, ma senza successo. E senza successo è stato però il ricorso: se uno Stato non rispetta gli impegni presi per il clima viola i diritti umani.

“Vi è ampio consenso nella comunità scientifica e internazionale sull’urgente necessità per i Paesi sviluppati di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 25% entro la fine del 2020. Lo Stato olandese non ha spiegato perché una riduzione inferiore sarebbe giustificata e potrebbe comunque portare, in tempo, all’obiettivo finale accettato dallo Stato olandese” si legge tra le motivazioni della sentenza.

Il 24 giugno 2015 il tribunale distrettuale dell’Aja aveva stabilito infatti che il governo deve ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 25% entro la fine del 2020 (rispetto ai livelli del 1990). La sentenza imponeva di agire immediatamente in modo più efficace sui cambiamenti climatici. Ma così non è stato.

“La decisione conferma che il governo dei Paesi Bassi e, di conseguenza altri governi, hanno obblighi giuridici vincolanti basati sul diritto internazionale dei diritti umani di intraprendere forti riduzioni delle emissioni di gas serraha commentato su questo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti umani.

Il caso ha ispirato molti altri Paesi ad intraprendere azioni analoghe: Belgio, Canada, Colombia, Irlanda, Germania, Francia, Nuova Zelanda, Norvegia, Regno Unito, Svizzera e persino cause contro l’UE. Il legame clima-diritti umani è stato invocato anche qui in Italia, dove a giugno è stata intentata la prima causa contro lo Stato.

Ora l’Olanda non ha più possibilità: deve ridurre immediatamente le emissioni climalteranti in linea con i suoi obblighi in materia di diritti umani. “Abbiamo scritto la storia” recita un tweet di Urgenda.

Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio.

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