Nuovo terremoto di magnitudo 6.3 semina morte e devastazione in Turchia e Siria: è un incubo senza fine 

Nessuna tregua per il popolo turco e quello siriano, dilaniato dal terremoto di lunedì 6 febbraio. Ieri una nuova potente scossa ha riacceso la paura e causato altre vittime (alcune morte nella calca) e quasi 300 feriti

Non c’è un attimo di pace per la popolazione della Turchia e della Siria. A distanza di due settimane dal catastrofico terremoto che ha provocato oltre 47mila vittime nei due Paesi, ieri in tardo pomeriggio la terra è tornata a tremare. Una scossa di magnitudo 6.3 è stata registrata davanti alle coste turche, nei pressi della provincia di Hatay, in una zona altamente sismica in cui si intersecano diverse faglie.

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Il sisma è avvenuto a una profondità di 34 km, causando nuovi crolli sul territorio turco e siriano dove si continua a scavare da giorni per estrarre i corpi delle vittime.

Un paio di minuti dopo è seguita un’altra scossa meno intensa, di magnitudo 5.8. Decine di migliaia di persone, ancora sotto shock, hanno rivissuto l’incubo e si sono riversate nelle strade in preda al panico.

In diverse città, fra cui Antiochia, Defne e Samandag, si è sollevato un gran polverone e sono andati distrutti vari edifici che erano rimasti in piedi con le precenti scosse. Un dramma nel dramma, che ha reso ancora più lunga la scia di sangue.

Sono almeno 6 le vittime provocate dal nuovo violento sisma al confine fra i due Paesi. Secondo quanto riferito dalla tv Al Arabiya, quattro persone sarebbero morte in Siria nella calca mentre scappavano. Pesantissimo anche il bilancio dei feriti: se ne contano già oltre 290, di cui una ventina ricoverati in gravi condizioni.

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Fonti: Dr. Fahrettin Koca/Al Jazeera 

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