Umberto Veronesi si è dimesso dal ruolo di Presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. Una nomina questa fortemente voluta dal Governo per far accettare agli italiani il piano di rilancio del nucleare che gli stessi cittadini hanno invece fermamente bocciato nello scorso referendum di giugno.
Umberto Veronesi si è dimesso dal ruolo di Presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. Una nomina questa fortemente voluta dal Governo per far accettare agli italiani il piano di rilancio del nucleare che gli stessi cittadini hanno invece fermamente bocciato nello scorso referendum di giugno.
Una nomina, questa, che aveva fatto discutere, soprattutto alla luce del suo ruolo indiscusso nella lotta ai tumori e della sua carica di senatore PD, partito che non ha mai visto di buon occhio il ritorno dell’atomo in Italia. Ma Umberto Veronesi, incallito sostenitore del nucleare, questa carica l’aveva accettata anche se poi non è mai stata formalizzata dall’apposito decreto, rimandato subito dopo i fatti di Fukushima.
Le dimissioni sono state comunicate al Governo attraverso una lettera, mentre le motivazioni che hanno spinto Veronesi ad abbandonare la guida dell’Agenzia per la sicurezza nucleare sono state spiegate in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore ruante una pausa del forum Ambrosetti di Cernobbio.
“Mi sono dimesso da qualche cosa che era nato asfittico e non ha mai preso forma. Avevo accettato – spiega Veronesi – solo perche’ confidavo in un progetto italiano di grande respiro per lo sviluppo della fisica nucleare e delle sue applicazione nell’energia, ma non solo. Cosi’ non me la sento. Non voglio certo occuparmi, nella migliore delle ipotesi, solo di scorie”. “Mi auguro che il Governo e il Paese possano in qualche modo rimanere almeno nei programmi di partecipazione alla sicurezza nucleare”.
Ed effettivamente, nonostante Veronesi con le scorie abbia un ottimo rapporto, tanto da volerci anche andare a dormire, il Professore, esito della consultazione popolare a parte, era ormai stufo sia della mancanza del decreto formale di nomina, sia dell’assenza ancora di una sede o per lo meno di strutture minime per partire. Tanto più che uno degli emendamenti della manovra finanziaria in corso di approvazione prevede allo scopo di contenere il più possibile le spese pubbliche, la soppressione stessa dell’Agenzia e il trasferimento dei compiti all’Authority per l’energia.
Ipotesi questa neanche accennata dal sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Stefano Saglia:
”Con le dimissioni di Veronesi perdiamo una figura di grande prestigio e utilita’ sulla cui candidatura il Governo ha creduto molto. Esprimo dunque gratitudine al professor Veronesi per aver accettato l’incarico e comprendo che nel nuovo scenario post Fukushima i presupposti sono cambiati. Nonostante questo pero’ l’Agenzia rimane validamente in piedi anche se sara’ più snella ma non meno importante”.
Anche perché, ora che il capitolo ritorno al nucleare è archiviato, all’Agenzia rimarrebbero i compiti (decisamente arretrati) di smaltimento delle scorie radioattive di vent’anni fa con lo sviluppo del parco tecnologico con deposito nucleare nazionale annesso la cui realizzazione (DOVE?) non è affatto stata abrogata, ma sono previste proprio in questi giorni lo sviluppo di norme operative finalizzate a regolare il complesso iter autorizzativo.
Simona Falasca