Nucleare: Saglia promette l’apertura dei cantieri prima della fine della legislatura

Il Governo che ha votato il ritorno del nucleare in Italia, sarà anche quello che inaugurerà l'apertura dei cantieri per la costruzione della prima centrale. A confermare l'apertura dei lavori prima della fine della legislatura è Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo Economico durante la presentazione del libro di Finmeccanica Ansaldo Nucleare: da presidio a realtà industriale all'Auditorium Parco della Musica di Roma.

Il Governo che ha votato il ritorno del nucleare in Italia, sarà anche quello che inaugurerà l’apertura dei cantieri per la costruzione della prima centrale. A confermare l’apertura dei lavori prima della fine della legislatura è Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo Economico durante la presentazione del libro di FinmeccanicaAnsaldo Nucleare: da presidio a realtà industriale” all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

‘Siamo convinti o almeno questo è l’obiettivo, di poter avviare i lavori per la prima centrale entro la fine di questa legislatura. […] Questo vuol dire correre ma senza fretta, che e’ cattiva consigliera” ci ha tenuto a precisare Saglia parlando in particolare dell’attenzione che verrà riservata alla sicurezza e ai controlli.

Il programma nucleare italiano approvato con il DDL Sviluppo prevede la realizzazione di impianti in grado di coprire circa il 20% del fabbisogno energetico nazionale che, in base alle tecnologie attuali, significa in termini di centrali, otto impianti per raggiungere l’obiettivo. Saglia ha poi spiegato che per la costruzione di una centrale si impiegano in media quattro o cinque anni. E, facendo due calcoli, i conti tornano, viste le previsioni dell’Enel di mettere in piedi la prima centrale nel 2020.

Enel e i francesi di Edf (in questi giorni alle prese con lo scandalo delle scorie francesi ritrovate in Siberia a cielo aperto) attraverso la joint venture Sviluppo Nucleare Italia si sono fatti carico di costruirne quattro, ne rimangono in ballo altrettanti e anche se altre società del settore hanno dichiarato di essere interessate al progetto, nessuna ancora si è fatta avanti.

Durante la presentazione del libro, Pier Francesco Guarguaglini, ha spezzato una lancia in favore della sua azienda e del ritorno del nucleare che, secondo il Presidene e AD di Finmeccanica “non appare tanto un’opzione, quanto una scelta naturale, se vogliamo garantire la competitività del nostro sistema e un adeguato standard di vita per gli italiani. L’industria italiana, e in particolare Finmeccanica con Ansaldo Nucleare, ha mantenuto tecnologie e competenze anche dopo il 1987, anno del referendum, lavorando sia in Italia che all’Estero – basti pensare alla centrale di Cernavoda in Romania entrata in esercizio nel 2007 – ed è oggi pronta a partecipare ai nuovi programmi del nostro Paese.

Fermo restando che non mettiamo in dubbio il know-how raggiunto dalla Sua azienda, Presidente, ci permettiamo di non essere d’accordo con Lei, perché di scelte molto più “naturali” ne conosciamo diverse.

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