Nucleare: si infittisce il mistero sulla nube radioattiva in Europa

Non si conoscono ancora le cause che hanno portato alla formazione della nube di Iodio-131 che vaga per l'Europa. Anche la Francia ne ha trovate tracce. Ma rimane il mistero

Continua il. Sulla questione regna il più totale caos, come ogni volta che scatta un qualche rischio nucleare. Nuovi nomi, nuovi pericoli e nuove ipotesi, ma soltanto ipotesi.

Tutto comincia lo scorso 11 novembre quando l’IAEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, in due righe spiegava che lo State Office for Nuclear Safety della Repubblica Ceca aveva rilevato la presenza di bassi livelli di Iodio-131 nell’atmosfera, negli ultimi giorni. Ciò significa, dispersione di sostanze radioattive.

Secondo il capo dello State Office for Nuclear Safety della Repubblica Ceca, Dana Drabova, non ci sarebbe alcun rischio per la salute. E la sua ipotesi è che lo Iodio-131 potrebbe derivare da una fuga “durante la produzione di radiofarmaci ma non da una centrale nucleare. Aggiunge la Dabrova: “È stato rilevato dalla nostra rete di monitoraggio delle radiazioni, ma probabilimente l’origine è all’estero, in una zona confinante”.

Il pensiero è subito corso a Fukushima, che forse sarebbe stata la soluzione più “comoda”, ma non è possibile, visto che lo Iodio-131 è un radioisotopo di breve durata, con un tempo di dimezzamento di circa otto giorni. Dopo 8 giorni, se ne perdono le tracce.

Scagionato il Giappone si cerca dunque l’origine della sostanza. L’Italia si mette in moto, e l’Ispra inizia ad allertare le Agenzie Regionali e Provinciali che hanno il compito di monitorare i dati relativi al particolato atmosferico delle varie aree del nostro paese. E in Italia non vi sono tracce di Iodio, che, secondo le prime ricostruzioni dovrebbe provenire dall’Est Europa, visto che è stata ritrovata nell’aria di Ungheria, Repubblica Ceca, Germania, Svezia, Slovacchia, Polonia, Danimarca e Ucrania.

Ma scende in campo anche la Francia. Attraverso un comunicato sul sito dell’Irsn, l’Institut de Radioprotection et Surété Nucléaire, ha fatto sapere che anche in Francia ci sono tracce di Iodio-13 nell’aria. Si legge: “I primi risultati indicano la presenza di tracce di Iodio-131 nel particolato nell’aria in Francia, a livelli di concentrazione nei pressi del limiti di rilevabilità degli strumenti di misura”.

Ma anche in questo caso non vi sarebbero grossi rischi per la salute, visto che si tratta di livelli comunque bassi: Se la presenza di iodio 131 in aria è molto rara e a questo livello del territorio nazionale, i livelli di concentrazione osservati non fanno pensare ad alcun rischio per la salute”. Ancora un’altra rassicurazione, dopo quella dell’IAEA. L’Irsn sta attualmente cercando di calcolare la traiettoria della nube per cercare di localizzare l’origine della massa d’aria contenente lo Iodio-131.

Ma la situazione è tutt’altro che chiara. C’è chi ne parla come una bufala, lanciata per gettare un po’ di caos. Altri avanzano l’ipotesi che si tratti di tracce dovute ad esperimenti nucleari visto il tipo di radiazioni presenti, legate soprattutto alla detonazione di un’arma nucleare. Ipotesi che avrebbe del realistico visto che la Francia non sarebbe nuova a questo tipo di esperimenti.

Nel dubbio, meglio proseguire con le indagini e i controlli. Abbiamo diritto a sapere la verità.

Francesca Mancuso

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