Sarà forse che davvero gli incidenti legati alle centrali nucleari sono aumentati in questi ultimi mesi, sarà che l'attenzione dei media dopo Fukushima è triplicata, fatto sta che l'energia atomica ad uso civile deve fare i conti con una serie di episodi da brivido. Giusto ieri vi avevamo raccontato del caso francese di Tricastin, dove un piccolo incendio era scoppiato al di fuori di uno dei reattori nucleari dell'omonimo complesso. Oggi tocca invece nuovamente al Giappone, paese già abbastanza martoriato da continue scosse di terremoto e dal devastante tsunami dell'11 marzo scorso.
Sarà forse che davvero gli incidenti legati alle centrali nuclearisono aumentati in questi ultimi mesi, sarà che l’attenzione dei media dopo Fukushima è triplicata, fatto sta che l’energia atomica ad uso civile deve fare i conti con una serie di episodi da brivido. Giusto ieri vi avevamo raccontato del Tricastin, dove un piccolo incendio era scoppiato al di fuori di uno dei reattori nucleari dell’omonimo complesso. Oggi tocca invece nuovamente al Giappone, paese già abbastanza martoriato da continue scosse di terremoto e dal devastante tsunami dell’11 marzo scorso.
La notizia, come per Tricastin, è quella di un incendio, sviluppatosi questa volta in un impianto di smaltimento delle scorie nucleari accanto al reattore n° 2 della centrale nucleare di Tokai. Quest’ultima, amministrata dall’azienda giapponese Japan Atomic Power Company, prende il nome dalla regione di Tokai, nel sud est del paese, proprio al confine con un’altra regione, quella di Tohoku, famosa per essere stata colpita in pieno da sisma e maremoto. L’incidente di Tokai non ha comunque niente a che fare con Fukushima: innanzitutto perché la situazione è sotto controllo e non ci sono state fughe di materiale radioattivo. In secondo luogo perché nessuno si è fatto male, né gli operai coinvolti né i pompieri che hanno spento l’incendio.
Rimane però la paura. Se da una parte sono ripartite le centrali nucleari di Ohi e Tomari (in mano ai rispettivi gestori Kansai Electric Power e Hokkaio Electric Power), dall’altra il governo sta considerando la possibilità di stress test sui reattori nucleari di tutto il Giappone. Ho dato istruzioni perché si consideri come fornire ulteriori assicurazioni sugli impianti nucleari facendo valutazioni attraverso qualcosa di simile agli stress test condotti in Europa – ha detto il segretario capo di gabinetto Yukio Edano. L’obiettivo è quello di tornare a produrre da nucleare il 30% dell’energia elettrica nazionale, una cifra oggi ridotta ai minimi termini visto che solo 19 reattori su 54 continuano a funzionare.
Roberto Zambon