Nucleare: in Francia altre 8 centrali a rischio

In Francia, otto centrali nucleari su diciannove non sono preparate per affrontare le emergenze, come inondazioni o sismi, e pertanto non soddisfano le nuove esigenze dettate dal dopo-Fukushima.

A rivelarlo è l’ASN, l’Authority per la sicurezza nucleare francese, che nei mesi scorsi ha redatto una serie di report e giudizi sul funzionamento e il grado di sicurezza delle centrali del Paese. Documenti resi noti solo in questi giorni da “Le Journal du Dimanche”. In particolare, tra gli atti, emerge una lettera datata il 23 agosto scorso, indirizzata dall’ASN al direttore della centrale di Cattenom, nell’est del paese, in cui dichiara: ‘‘Non siete stati in grado di specificare agli ispettori quale sarebbe il vostro piano d’azione post-sismico in seguito a scosse gravi”.

Le centrali nel mirino sono quelle di Golfech, Civaux, Cattenom, Flamanville, Penly, Gravelines, Saint-Alban e Le Blayais, che evidenziano dati insoddisfacenti soprattutto per quel che riguarda la reazione ad ipotetiche catastrofi naturali, come l’interruzione dell’alimentazione elettrica (e conseguente blocco delle fonti di raffreddamento) e la gestione di alcune situazioni di emergenza. Proprio come quelle vissute a Fukushima.

A confermare e alimentare questo stato di insicurezza di sicuro ha contribuito l’allarme registrato una settimana fa nella centrale destinata al trattamento delle scorie di Marcoule, dove è esploso un forno. Un incidente non grave, che tuttavia ha riportato alla luce i problemi e le incertezze del nucleare. Anche quello di terza generazione, come dimostra l’ultima ispezione sempre dell’Asn nel sito di costruzione dell’Epr di Flamanville, gli stessi reattori che sarebbero dovuti essere costruiti in Italia se il referendum di giugno non avesse bloccato il piano di ritorno al nucleare del Governo.

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram