La solita promessa, avrà pensato qualcuno. Tutta pubblicità, diceva qualcun'altro. E invece la proposta di abbandonare per sempre l'energia atomica, la Germania alla fine l'ha confermata davvero. Dopo l'annuncio rilasciato dal Ministero dell'Ambiente tedesco, proprio in queste ore è arrivata l'approvazione – da parte del governo centrale – dei provvedimenti relativi alla futura messa al bando dell'atomo. La data fissata per l'addio al nucleare è il 2022, con un preciso programma di step che prevede la chiusura progressiva di ciascuno dei reattori in attività. E così un'altra superpotenza, dopo la Svizzera e il Giappone, dirà addio per sempre all'energia atomica.
La solita promessa, avrà pensato qualcuno. Tutta pubblicità, diceva qualcun’altro. E invece la proposta di abbandonare per sempre l’energia atomica, la Germania alla fine l’ha confermata davvero. Dopo l rilasciato dal Ministero dell’Ambiente tedesco, proprio in queste ore è arrivata l’approvazione – da parte del governo centrale – dei provvedimenti relativi alla futura messa al bando dell’atomo. La data fissata per l’addio al nucleare è il 2022, con un preciso programma di step che prevede la chiusura progressiva di ciascuno dei reattori in attività. E così un’altra superpotenza, dopo la Svizzera e il Giappone, dirà addio per sempre all’energia atomica.
Non sarà facile, questo è poco ma sicuro. Nel 2010 il 23% del fabbisogno energetico tedesco è stata l’energia nucleare a soddisfarlo. Le fonti rinnovabili, tuttavia, costituiranno un ottimo sostituto, a dispetto dei commenti scettici che spesso sentiamo formulare a riguardo (“sfatiamo il mito delle rinnovabili…” e così via). Solo l’anno scorso la Germania ha aggiunto altri 7 GW di potenza fotovoltaica ai 17 già installati nel paese, e la crescita prevista per il 2011 – almeno secondo il ministro dell’Ambiente Norbert Roettgen – è di ulteriori 4,8 GW. Spazio quindi a solare,eolico, idroelettrico, geotermico, il cui contributo, come stabilito dalla cancelliere Angela Merkel venerdì scorso, dovrebbe salire al 35% entro il 2020.
Lo stesso Roettgen, durante la conferenza stampa tenutasi per l’occasione, ha definito il programma qualcosa di “socialmente pioneristico”, ricordando tra l’altro la recente cancellazione dei tagli previsti alle rinnovabili. Difficile dargli torto: se le cose andranno come devono andare, tra circa un decennio la Germania sarà per quasi il 50% indipendente dalle energie fossili. Non dovrà più temere incidenti come quello di Fukushima all’interno del proprio territorio. E, non da ultimo, avrà fatto un gran favore all’ambiente, al pianeta intero e, di conseguenza, anche a noi. A confronto l’equivalente programma italiano (tassa di 1 cent sul carburante, volontà di tornare al nucleare, tagli agli incentivi sulle rinnovabili) più che “socialmente pioneristico”, può definirsi “socialmente idiota”.
Roberto Zambon