Nucleare: torna a far discutere il reattore di terza generazione francese. L’Epr non è affatto sicuro

Le Canard Enchaîné: sull'ultimo numero viene pubblicata una durissima lettera inviata il 18 luglio dall'Autorité de sûreté nucléaire (Asn) ad Edf , sulle pecche del cantiere dell'European pressurized reactor (Epr) di Flamanville, nella Manche, dove è in costruzione proprio un reattore nucleare di terza generazione, uno di quelli che ci sarebbero toccati anche in Italia se non avesse vinto il SI al referendum. Si parla di un malfunzionamento del gros œuvre, ma è solo l'ultimo caso noto di una più lunga catena di inconvenienti. La scorsa settimana l'Asn aveva constatato altri tre difetti, mentre il 27 agosto il sito dell'Epr era stato addirittura dichiarato «Non totalmente a norma sismica».

Il referendum dello scorso Giugno ha bloccato in Italia il ritorno al nucleare, in particolare a quel “modello francese” di nucleare, di terza generazione, a cui anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva fatto riferimento proprio durante un incontro con il suo equivalente francese Nicola Sarkozy e che oggi torna a far discutere.

In quella circostanza, come ricorderete, Berlusconi ammise candidamente la possibilità di far slittare la data del referendum, se non addirittura di annullarlo, per il timore che, dopo la spinta emotiva per la tragedia di Fukushima, ci potesse essere un’ondata di rifiuto, che avrebbe spento sul nascere le velleità di ritorno al nucleare del Governo Italiano. Ma il referendum, invece, c’è stato, ed i timori di Berlusconi si sono avverati. l’Italia è contraria all’atomo e dovrà fare un nuovo Piano Energetico Nazionale, annunciato dal Minstro Paolo Romani per la metà di Settembre, con le energie rinnovabili e senza nucleare.

Per fortuna, perché c’ è veramente da preoccuparsi per quello che sarebbe potuto succedere in Italia, dopo aver letto un articolo del settimanale satirico francese, molto temuto Oltralpe, “Le Canard Enchaîné”: sull’ultimo numero viene pubblicata una durissima lettera inviata il 18 luglio dall‘Autorité de sûreté nucléaire (Asn) ad Edf , sulle pecche del cantiere dell’European pressurized reactor (Epr) di Flamanville, nella Manche, dove è in costruzione proprio un reattore nucleare di terza generazione, uno di quelli che ci sarebbero toccati anche in Italia se non avesse vinto il SI al referendum. Si parla di un malfunzionamento del “gros œuvre”, ma è solo l’ultimo caso noto di una più lunga catena di inconvenienti. La scorsa settimana l’Asn aveva constatato altri tre “difetti”, mentre il 27 agosto il sito dell’Epr era stato addirittura dichiarato «Non totalmente a norma sismica».

L’Epr, che il governo francese presenta come, la centrale nucleare «Più sicura del mondo» rivelerebbe, invece, l’insorgere di problemi anche nelle Epr che Areva sta costruendo in Finlandia e Cina , con l’accumularsi di riterdi e spese impeviste. Proprio quella tecnologia Epr che nelle intenzioni del nostro Govero era presa come modello per il rinascimento nucleare italiano. La suddetta tecnologia, infatti, è sta sviluppata negli anni ’90 da Areva e Siemens, come ricetta per il post-Chernobyl, un reattore da 1.650 MW pensato per resistere anche all’impatto con un grosso aereo. I sistemi di sicurezza avrebbero dovuto impedire un incidente grave nel nocciolo del reattore, mentre le piscine di stoccaggio del combustibile nucleare sarebbero state protette da un impianto di “confinamento” per un “rischio di proliferazione di materie radioattive quasi nullo”.

Stando a Le Canard Enchaîné, tuttavia, i fatti sarebbero diversi da quanto promesso dai progettisti costruttori e il cantiere di Flamanville , dall’inizio delle costruzioni nel Dicembre 2007, sarebbe stato trovato in difetto a quasi tutte le ispezioni bisettimanali dei tecnici dell’Asn.

Le Canard Enchaîné pubblica due lettere dell’Asn ad Edf: una dell’ottobre 2010 e la più recente di agosto di quest’anno, nella quale l’Agenzia nucleare francese parla di importanti malfunzionamenti che potrebbero «Pregiudicare la qualità finale delle strutture» come pilastri di cemento bucati come groviera, numerosi “nidi di pietre”, delle carenze nelle armature del cemento armato, la mancanza di pulizia del fondo delle casseforme, accumuli di ferraglia e di oggetti non identificati.

Secondo Sophia Majnoni, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace France, «Questo pone il problema che queste défaillances sono ricorrenti e interessano numerose strutture del sito, in particolare elementi centrali della sicurezza della futura centrale». Carenze che avrebbero convinto la Asn a sospendere i lavori di betonaggio per 3 mesi, per la prima volta nella storia dei cantieri nucleari francesi, ma nel 2009 anche le autorità per la sicurezza nucleare francese, finlandese e britannica, avevano chiesto di «Migliorare la progettazione iniziale dell’Epr» a causa di difetti nel sistema di controllo centrale.

Più preoccupante ancora, poi, il doumento confidenziale che, stando al “canarino” francese, nel 2003 “Sortir du nucléaire” rese pubblico, in cui Edf ammetteva che l’Epr non può resistere all’impatto con un aereo di linea e che quindi Aereva non aveva tenuto conto del rischio di un attentato terroristico come quello avvenuto nel 2001 contro le torri gemelle a New York. Ma la progettazione dell’Epr non terrebbe conto nemmeno del rischio di un forte terremoto o di una siccità persistente, visto che l’Epr dovrebbe consumare 67 m3 di acqua al secondo, mentre le centrali nucleari di seconda generazione consumano 3 e 10 m3 al secondo.

C’è di che non dormire la notte, soltanto se si pensa alla sismicità del teritorio italiano.

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