Nucleare: ecco le centrali europee poco sicure che dovrebbero chiudere

Stress test. Arrivano le prime indiscrezioni sui risultati dei test eseguiti lo scorso annodopo la tragedia di Fukushima , su oltre un centinaio di centrali nucleari europee. E le notizie non sono affatto buone, con carenze di sicurezza un po' ovunque. In particolare , a non essere sicure sono tutte le centrali nucleari francesi, 58 reattori francesi per 19 centrali, di cui tre vicinissime al territorio italiano.

Stress test. Arrivano le prime indiscrezioni sui risultati dei dopo la tragedia di Fukushima su oltre un centinaio di centrali nucleari europee. E le notizie non sono affatto buone, con carenze di sicurezza un po’ ovunque. In particolare , a non essere sicure sono tutte le centrali nucleari francesi, 58 reattori francesi per 19 centrali, di cui tre vicinissime al territorio italiano.

È quanto emerge, secondo quanto riporta Le Figaro, da un rapporto confidenziale curato dal Commissario Gunther Oettinger sull’indagine condotta dall’Ensreg, l’organismo europeo che raccoglie le agenzie di sicurezza nucleare di ogni Stato Ue, che dovrà essere approvato oggi dalla Commissione europea con le raccomandazioni da inviare ai capi di Stato dell’Unione entro metà Ottobre.

Anche se in realtà il rapporto non prevede la chiusura di alcuna centrale europea, fornisce una mappatura dei rischi, indicando quali interventi dovranno essere attuati, come l’installazione di dispositivi per rilevare le attività sismiche. Secondo il documento, infatti, sarebbero necessari fra i 10 e i 25 miliardi di euro per mettere a norma i 134 reattori dell’Unione, presenti in 14 diversi Paesi, mentre lo scorso Gennaio la Corte dei Conti francesi aveva già stabilito in 5,6 miliardi l’investimento necessario per rendere davvero sicure tutte le centrali d’oltralpe, per un periodo di tempo di circa 14 anni.

Intanto, un rapporto con indagini indipendenti condotte da Greenpeace indicano che i reattori che andrebbero chiusi immediatamente, per motivi diversi fra loro, sono 34, appartenenti a 13 centrali. In Spagna, ad esempio, nella centrale di Almaraz c’è un solo generatore di emergenza, i rischi di inondazioni per eventuale danno a una diga soprastante non sono stati valutati sufficientemente. “Entrambi i reattori vanno chiusi immediatamente“, scrive l’Associazione ambientalista.

Nella centrale belga di Doel, invece, dagli stress test è emersa una scarsa valutazione dei rischi di incendio e di allagamento, così come dei rischi sismici. Insufficiente valutazione dei rischi per le piscine di stoccaggio. Recentemente sono state trovate 7.776 fratture nel vessel del reattore n.3. I reattori 1 e 2 andavano già chiusi con i soli risultati degli stress test, il numero 3 va chiuso definitivamente e una analisi trasparente delle insufficienze del reattore 4 va condotta al più presto.

Passiamo, poi, alla Centrale di Thiange, 3 reattori. La protezione da eventi alluvionali non è sufficiente e non conforme alle norme internazionali; l’evento di un incidente aereo è considerato in Belgio, e ritenuto dal regolatore un problema, ma cui non si dà alcuna soluzione. Recentemente sono state riscontrate 2.450 fratture nel vessel del reattore n. 2. Il reattore 1 va chiuso definitivamente, come anche il reattore 2. Il reattore 3 va fermato fino a che non siano state prese le misure anti alluvione e risolti i diversi problemi riscontrati.

In Germania, a essere poco sicura è la centrale di Grundemiggen, 2 reattori. “Si rileva la mancanza di sicurezza della centrale per una alluvione di lunga durata. Nessun piano di emergenza per fronteggiare eventuali perdite di idrogeno. La centrale andrebbe chiusa ben prima del 2015, data prevista“, scrive Greenpeace, che punta il dito anche contro la centrale slovena di Krsko: “la zona è sismicamente attiva ed esposta al rischio di alluvioni. Anche se l’impianto è stato rafforzato nel corso degli anni, il nocciolo è esposto a rischi per terremoti di grande magnitudo e la fusione non può essere esclusa“.

Insicuri sono anche i 2 reattori della centrale slovacca di Mochovce, un reattore della svizzera Mühleberg, 4 della centrale svedese di Ringhals. E ancora: Repubblica Ceca, centrale di Temelin; Regno Unito, centrale di Wylfa; Francia: 2 reattori della centrale di Fessenheim, 6 della centrale di Gravelines e 4 di quella Cattenom, 4 reattori. Insomma, siamo circondati, ma non ci arrendiamo.

La bozza del documento della Commissione Europea qui

Roberta Ragni

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