Nucleare sicuro? Come ha chiaramente dimostrato il disastro nucleare giapponese di Fukushima, nessun impianto nucleare lo è davvero. Ora, una foto shock scatta in un impianto degli Stati Uniti lo dimostra ancora di più. Stiamo parlando dell’impianto nucleare di San Onofre, nel sud della California, che nel 2012 è stato chiuso a causa della scoperta di una fuga di radiazioni e di altri componenti danneggiati.
Nucleare sicuro? Come ha chiaramente dimostrato il disastro nucleare giapponese di Fukushima, nessun impianto nucleare lo è davvero. Ora, una foto shock scatta in un impianto degli Stati Uniti lo dimostra ancora di più. Stiamo parlando dell’impianto nucleare di San Onofre, nel sud della California, che nel 2012 è stato chiuso a causa della scoperta di una fuga radioattiva e di altri componenti danneggiati.
Ora è passato più di un anno, e la Southern California Edison (SCE), che gestisce la centrale, ha chiesto alla Nuclear Regulatory Commission (NRC) il permesso per riaccendere i reattori. Sfortunatamente per loro, però, una fotografia pubblicata da 10 News, pone dei seri dubbi sul fatto richiesta debba essere concessa. Perché l’immagine, scattata quasi un anno dopo la chiusura dello stabilimento, mostra un grande tubo che perde, tenuto su con nastro adesivo, sacchetti di plastica e manici di scopa.
La SCE ha confermato che è stata scattata all’interno dell’unità 3, la stessa oggetto della fuga radioattiva, ma non ha rivelato quando. Un portavoce della società ha affermato che la plastica e il nastro sono stati utilizzati per indirizzare l’acqua dalla piccola perdita in un tubo di scarico, ma la sua spiegazione non ha tranquilizzato gli americani sulle misure di sicurezza che riguardano il nucleare.
Il tubo riparato alla bell’e meglio è solo l’ultimo dei problemi, stando a quanto raccontano i dipendenti riferendo di tubature corrose e attrezzature degradate in tutta l’impianto. E se non si riesce a riparare una perdita d’acqua in maniera adeguata, si chiedono i cittadini, perché avere fiducia di chi gestisce scorie nucleari pericolose per la vita e per l’ambiente? Senza considerare che le riparazioni dovute e le ispezioni sono costate già ben 100 milioni di dollari…
Roberta Ragni
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